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IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
riguarderebbe anche la tutela dei così detti beni comuni globali come le regioni
polari, gli oceani, l’atmosfera e lo spazio extra-atmosferico prescindendo dal
tradizionale obiettivo degli Stati di salvaguardare esclusivamente i propri
interessi, spesso egoistici e conflittuali. Il concetto di amministrazione fiduciaria
della Terra richiede però il passaggio, all’interno dell’ordinamento
internazionale, da una governance centrata sullo Stato a una governance multi-
partecipativa.
Nell’ottica della tutela dei beni di interesse comune, il saggio di Alessandro
Pelizzon esamina alcune recenti teorie che ipotizzano il riconoscimento dello
status della Natura come titolare di diritti e, di conseguenza, come persona
giuridica. Invece di applicare alla Natura le tradizionali categorie di personalità
giuridica formulate dalla dottrina occidentale nel corso degli ultimi due
millenni, l’autore propone una concezione di giustizia ecologica, in cui
l’attenzione etica si estende oltre i confini degli interessi umani e nella quale la
categoria dell’“altro” viene rimossa dal mondo inanimato ed è piuttosto
rappresentata come una partecipante interattiva in un dialogo normativo con
l’intero cosmo. In questo senso, l’ambiente e qualsiasi elemento naturale
costituirebbero un’entità complessiva la cui tutela ricadrebbe nell’interesse e
nella responsabilità di ciascuna persona, sia essa privata o pubblica, alla quale
sia attribuito, da parte degli ordinamenti statali, sovranazionali e internazionali,
il potere di agire in giudizio per difendere i propri o gli altrui diritti.
Dall’insieme dei contributi emerge quindi come, a distanza di più di
trent’anni dalla formulazione originaria del concetto di sviluppo sostenibile e dal
suo inserimento all’interno di alcune fonti del diritto statale, sovranazionale ed
internazionale, la sua effettiva attuazione richieda un adeguamento dei
paradigmi giuridici preesistenti al fine di rispondere alla necessità sempre più
pressante di garantire la conservazione dell’ecosistema del Pianeta nella sua
complessità.
Oltre alla parte monografica, il fascicolo vede altri due contributi. Il primo è
un saggio di Giovanni Bianco sulla concezione dello Stato in due importanti
monografie di Costantino Mortati pubblicate durante il ventennio fascista:
“L'ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano” del 1931 e “La
Costituzione in senso materiale” del 1940. Il secondo è una nota a sentenza di
Rosario Caliulo che riguarda la richiesta, da parte di una società in crisi, del c.d.
concordato preventivo in bianco. In questo caso l’autorità giudiziaria ha
ritenuto non applicabile l’art. 89 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
che prevede la sospensione di una serie di obblighi prescritti dal codice civile.
Massimiliano Montini
Patrizia Vigni.
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