Page 5 - Kathryn Gwiazdon - Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e la “crisi di identità” degli ordinamenti giuridico-politici mondiali
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IANUS n. 28-2023                       ISSN 1974-9805





               crisi globali che affliggono il Pianeta, ed in particolare la perdita della biodiversità
               e di habitat naturali, l’acidificazione, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo
               degli oceani, le calamità, come tempeste e incendi che ormai si verificano tutto
               l’anno, e l’insistente razzismo, sessismo e xenofobia che emergono nei casi di
               ingiustizia ambientale e nella prassi internazionale sia legislativa che politica.
                  Facendo un passo indietro, la governance globale si trova ad affrontare crisi di
               vario  genere  simultaneamente:  squilibri  di  potere  di  ogni  tipo,  incluso  la
               sproporzione  dei  benefici  ottenuti  da  chi  viola  un  diritto  e  crea  un  danno
               all’ambiente rispetto a coloro che subiscono tale danno; la chiusura delle frontiere
               e l’amplificazione dei richiami al nazionalismo e al protezionismo; il crescente
               autoritarismo che minaccia direttamente la democrazia e lo stato di diritto; un
               sistema economico oppressivo e onnicomprensivo che si fonda su valori ostili al
               pensiero e all’agire propri della collaborazione di una comunità internazionale
               solidale, come l’obiettivo egoistico di emergere a danno di altri; la persistente e
               violenta  discriminazione  dell’“altro”  –  inteso  come  l’insieme  di  coloro  che
               guardano, pensano o credono in modo diverso, coloro che sono più vulnerabili,
               coloro che sono svantaggiati. Questo è il contesto in cui gli Obiettivi di Sviluppo
               Sostenibile  sono  nati  ed  esistono  tutt’oggi,  il  che  fa  sollevare  seri  dubbi  sulla
               capacità di chi li ha adottati (Stati e organizzazioni internazionali), sulle loro
               caratteristiche  originarie  e,  di  conseguenza,  sulla  loro  effettiva  possibilità  di
               attuazione.
                  Sebbene  la  creazione  degli  SDG  sia  avvenuta  attraverso  e  nell’abito  delle
               comunità locali (popolazioni, gruppi sociali) in tutto il mondo, la codificazione
               definitiva di tali obiettivi è avvenuta nei termini definiti dagli Stati. Solo questi
               ultimi hanno avuto il potere di modificare, negoziare e controllare il dialogo e la
               forma definitiva del documento finale. Tuttavia, Gli Stati, inconsapevolmente o
               forse peggio egoisticamente, alla fine hanno creato e hanno adottato qualcosa che
               contrasta con i sistemi di governance che loro stessi hanno creato e utilizzano.
               L’esempio più lampante di questo conflitto è rappresentato dal modo in cui gli
               SDG  tentano  di  risolvere  le  grandi  crisi  globali,  ossia  la  povertà,  la  fame  nel
               mondo, la violenza, la violazione dei diritti fondamentali della vita, attraverso lo
               stesso  sistema  che  ha  portato  a  quelle  crisi,  ossia  il  modello  di  sviluppo
               incontrollato. Abbiamo ormai dati che ci dimostrano che tale obiettivo non è
               realistico anche perché dalla ricerca di raggiungimento dello stesso derivano crisi
               di governance internazionale, di giustizia ed equità sociale, oltre che la crisi di
               identità degli stessi attori internazionali.
                  È chiaro quindi come il problema risalga alle origini, poiché dopo tutto, qual
               è l’identità dello sviluppo? Pur essendo gli SDG finalizzati a riconoscere i diritti
               delle generazioni presenti e future, a promuovere la pace e la prosperità, essi si
               fondano su un termine nel nome del quale storicamente sono stati negati alcuni
               valori  umani  fondamentali  e  si  è  consentita  la  distruzione  dell’ambiente.  Lo
               sviluppo – e le azioni che sono state compiute a giustificazione di esso hanno




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