Page 8 - IANUS n. 27 - L’ECONOMIA DEGLI INTANGIBILI E LE SUE REGOLE. UN DIALOGO INTERDISCIPLINARE - Atti del Convegno del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università degli Studi di Siena (20-21 ottobre 2022)
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saggi, con brutale ma necessario realismo, ci pongono davanti alle più profonde
               conseguenze che, in termini di crescita e poi di stagnazione economica, nonché
               di  disuguaglianze  e  squilibri  sociali  complessivi,  le  decisioni  politiche  attorno
               all’economia  degli  intangibili  –  e  alle  tecniche  istituzionali  che  si  decida
               d’impiegare  per  “normarla”  –  appaiono  in  grado  di  determinare  a  partire
               proprio  dai  cruciali  momenti  della  creazione  appropriativa  e  della  successiva
               mercificazione di tali peculiari risorse.
                  Se queste sono le premesse, non sorprende, allora, che ad accomunare i saggi
               che  si  collocano  nella  fase  centrale  della  raccolta  vi  sia  la  trattazione,  sotto
               diverse  prospettive  visuali,  di  un  tema  centrale  per  la  comprensione  di
               qualsivoglia fase dello sviluppo capitalistico: quello del potere, il quale, in effetti,
               è un qualcosa d’intrinsecamente connesso ai meccanismi sociali attraverso cui si
               stabilisce  il  reciproco  valore  delle  cose  e,  di  conseguenza,  si  determinano  i
               processi che valgono ad “ordinare” e “gerarchizzare” il mondo.
                  Del  tema  del  potere,  e  segnatamente  del  potere  di  mercato,  si  occupa,
               innanzitutto,  lo  scritto  di  Vincenzo  DENICOLÒ,  sostenendo  la  particolare  tesi
               secondo cui, nel contesto dell’economia intangibile, il problema principale non
               sia dato tanto dall’effetto bloccante dell’enorme quantità di diritti di proprietà
               industriale  attualmente  in  essere,  i  quali  rappresentano  una  fonte  certo
               importante,  ma  tutto  sommato  transitoria  del  potere  di  mercato.  Piuttosto,
               secondo  l’Autore,  ciò  di  cui  la  politica  industriale  dovrebbe  maggiormente
               preoccuparsi sono altri intangibili, come i dati o le esternalità di rete, che sono
               alla  base  dei  monopoli  che  osserviamo  nell’attuale  predominanza  dei  mercati
               digitali e che appaiono senza precedenti nella storia.
                  Del  ruolo  della  concorrenza  tratta,  a  seguire,  anche  lo  scritto  di  Mario
               LIBERTINI,  confrontandosi  più  da  vicino  con  quelli  che,  nel  giudizio
               dell’Autore, sono i principali pregi e i più evidenti limiti delle tesi di HASKEL e
               WESTLAKE. In particolare, rispetto alla constatazione che, negli odierni mercati
               fondati sullo sfruttamento di risorse intangibili, viene sempre più accentuandosi
               la  distanza  fra  first  e  late  comer,  con  conseguente  innesco  di  processi  del  tipo
               “winner-take-all”, a loro volta a base della tendenza al gigantismo che soprattutto
               s’osserva con riguardo alle imprese dell’economia digitale, l’Autore ha cura di
               metterci  in  guardia  contro  la  tentazione  di  credere  che,  in  fondo,  basterebbe
               ricercare  soluzioni  semplicemente  volte  ad  “aggiornare”  i  meccanismi
               innovativi  tipici  dell’economia  di  mercato,  ritenendo  invece  ormai  ineludibile
               l’esigenza di trovare soluzioni di sostenibile convivenza tra processo di sviluppo
               economico e bisogni dell’ambiente globale in cui esso si trova ad operare.
                  Di questioni intimamente legate allo svolgersi del potere ancora si occupano,
               secondo le sensibilità proprie del privatista e del pubblicista, i saggi di Carmelita
               CAMARDI  e  di  Elena  BINDI  ed  Elia  CREMONA,  i  quali,  sullo  sfondo  di  un
               puntuale  confronto  con  le  più  recenti  soluzioni  e proposte  messe  in  campo  a
               livello unionale, si confrontano con gli spinosissimi problemi che il gigantismo
               delle dominanti piattaforme dell’economia digitale determina dal punto di vista



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