Page 38 - IANUS n. 27 - L’ECONOMIA DEGLI INTANGIBILI E LE SUE REGOLE. UN DIALOGO INTERDISCIPLINARE - Atti del Convegno del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università degli Studi di Siena (20-21 ottobre 2022)
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FRANCESCO DENOZZA





               un rapporto lineare tra l’entità della protezione giuridica dei brevetti e il ritmo di
               crescita del progresso tecnico. Non solo non si è in grado di stabilire un rapporto
               in qualche modo misurabile tra entità della protezione delle idee innovative ed


               entità  dell’innovazione, ma  non è  neppure  certo che  l’intensificazione  della

               protezione  giuridica  delle  posizioni  di  mercato  conquistate  dalle  imprese
               innovative produca una intensificazione del ritmo di crescita dell’innovazione. La
               ragione,  abbastanza  evidente,  è  infatti  che  una  protezione  giuridica  delle
               innovazioni  spinta  al  di  là  di  un  certo  livello  finisce  inevitabilmente  per



               scoraggiare  l’innovazione concorrente, con  la  conseguenza che  andranno
               perdute,  prima  di  tutto,  le  innovazioni  che  i concorrenti  del primo  innovatore
               avrebbero potuto fare se non fossero stati scoraggiati dall’eccessiva protezione al
               primo  innovatore accordata  dalla titolarità  del brevetto.  Andranno  poi  perdute
               anche le ulteriori innovazioni che il primo innovatore sarebbe stato incentivato a
               perseguire se adeguatamente pungolato dalla concorrenza di altre imprese.
                  In  conclusione,  considerato  che  il  monopolio  brevettuale  inevitabilmente
               blocca l’uso anche di conoscenze che sono di domino pubblico, considerato che
               esso può avere effetti anche su prodotti non brevettati , considerato infine che
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               un  certo  livello  di  innovazione  si  avrebbe  anche  senza  la  concessione  di
               monopoli (per secoli l’umanità ha inventato anche senza i brevetti), la domanda
               relativa  a  quanto  monopolio  dobbiamo  concedere,  e  quindi  quanto  dobbiamo
               sacrificare  in  termini  di  concorrenza  statica,  per  ottenere  un  livello  di
               concorrenza  dinamica  che  assicuri  la  quantità  di  innovazione  che  vogliamo
               ottenere, risulta priva di ogni possibile risposta ragionevolmente fondata .
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                  Il  risultato  di  tutto  ciò è un  inestricabile  intreccio tra  profitto  –  inteso  come
               parte della remunerazione necessaria ad indurre l’afflusso della risorsa al mercato
               – e rendita – intesa come la parte della remunerazione che l’offerente riesce a fare
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               pagare in più . Nel caso delle invenzioni, come abbiamo appena detto, nessuno
               è in  grado  di  definire  la remunerazione  necessaria  per  indurre  gli inventori  ad


                  33  KARAKILIC, Rentierism and the commons: A critical contribution to Brett Christophers’ Rentier Capitalism,
               in 54 Environment and Planning A: Economy and Space, 2022, 422; BUCKLEY et al., Rent appropriation in global
               value chains: The past, present, and future of intangible assets, in 12 Glob. Strategy J., 2022, 679.
                  34  Un’autorevole opinione (cfr. BAKER et al., Innovation, intellectual property, and development: A
               better set of approaches for the 21st century, CEPR, 2017, 70) ritiene che «Intellectual Property rights are
               becoming increasingly badly configured in the developed world, leading to a stifling of innovation,
               distortions in the direction of innovation, and a reduction in the benefits which accrue from any
               innovation that occurs. Many of these failures arise because there is, especially under currently
               prevalent IPR regimes, no clear relationship between the social returns to innovation and the private
               returns». Cfr. anche DOSI et al., The Role of Intellectual Property Rights, dove si osserva che «In general,
               the private returns to innovation with intellectual property are not well-aligned with social returns».
                  35  La contrapposizione operata nel testo riecheggia definizioni abbastanza diffuse nei trattati di
               economia, cfr. ad es. VARIAN, Intermediate microeconomics: a modern approach, 5th ed., New York,
               1999, 403, che definisce le economic rent «as those payments to a factor of production that are in
               excess of the minimum payment necessary to have that factor supplied». Quella di rendita è però
               una delle nozioni anche storicamente più incerte e controverse, cfr. ad es. FINE, The Historical Theory
               of Rent and Price Reconsidered, in 22 Australian Econ. Papers, 1983, 132.


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