Page 6 - Emanuela Orlando - Sviluppo sostenibile, catene di valore e responsabilità ambientale di impresa: evoluzione del quadro normativo a livello internazionale e prime riflessioni sui nuovi sviluppi in diritto UE
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EMANUELA ORLANDO





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               o mondiali» .  Se da un lato questi processi hanno avuto risvolti positivi in termini
               di crescita economica e sociale a livello globale, nonché di maggiori opportunità
               di lavoro e trasferimento di competenze e tecnologie per i paesi ospitanti, dall’
               altro lato hanno incrementato l’esportazione di esternalità negative in termini di
               diritti umani e ambiente. Al tempo stesso, la globalizzazione e la conseguente
               ramificazione dell’attività produttive in varie giurisdizioni hanno permesso alle
               imprese di sfuggire alla responsabilità per gli effetti nefasti delle loro azioni sulle
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               comunità  locali .Già  a  partire  dagli  anni  ’70,  l’emergere    delle  imprese
               multinazionali  quali  attori  di  primo  piano  nell’  economia  globale  è  stata
               accompagnata  da  un  crescente  consapevolezza  delle  difficoltà  e  dei  limiti
               incontrati  dagli  ordinamenti  giuridici  nazionali  nella  definizione  e
               regolamentazione di questo fenomeno . Da un punto di vista giuridico, si possono
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               identificare due diverse categorie di limiti, di carattere dottrinale, che hanno per
               lungo tempo impedito al diritto di fornire una risposta efficace rispetto agli impatti
               nefasti dei processi produttivi sui diritti umani e sull’ambiente.
                  Da un lato, ci sono i limiti derivanti dal diritto societario e in particolare dalle
               dottrine della responsabilità limitata e con essa il corollario del velo societario.
               Oggi le imprese operano in gruppi multinazionali di grandi dimensioni attraverso
               una struttura societaria multilivello di incredibile complessità, spesso formata da
               decine  o  centinaia  di  filiali  dislocate  in  differenti  giurisdizioni  e  organizzate
               secondo leggi e modelli societari diversi . Questo fa sì che, seppure il pubblico e
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               gli economisti vedano la multinazionale in sé come un’unica entità, per il diritto
               si  tratta  di  segmenti  giuridici  diversi  ed  indipendenti .  A  ciò  si  aggiunge  il
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               concetto di impresa che si è venuto affermando nei vari ordinamenti giuridici e
               che, sulla base dell’idea del primato degli azionisti, identifica l’obiettivo societario
               con  la  massimizzazione  del  profitto  dell’impresa.  Questa  concezione,  pure
               oggetto di crescenti critiche da parte della dottrina , mette ancora una volta in
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                  6   MUCCIARELLI,  Ricomporre  il  nesso  spezzato:  giurisdizione  e  legge  applicabile  alle  imprese
               multinazionali, in Rivista delle Società, 2021, 350.
                  7  RUGGIE, Protect, respect and remedy: a framework for business and human rights, in Innovations:
               Technology, Governance, Globalization, 2008, 189; HOFMANN, SCHLEPER AND BLOME, Conflict minerals
               and supply chain due diligence: an exploratory study of multi-tier supply chains, in Journal of Business Ethics,
               2018, 116 e 134.
                  8  VAGTS, The multinational: a new challenge for transnational law, in Harvard Law Review, 1970, 739.
                  9  BLUMBERG, Accountability of multinational corporations: The barriers presented by concepts of the
               corporate juridical entity, in Hastings International and Comparative Law Review, 2001, 303.
                  10  KRISHNER, Group companies: supply chain management, theory and regulation in JONGE E TOMASIC
               (a cura di), Research Handbook on Transnational Corporations, Cheltenham, Edward Elgar 2017.
                  11   Vedi  in  particolare  il  lavoro  di  Beate  Sjafjell,  in  cui  si  afferma  il  bisogno  di  sostituire  il
               paradigma tradizionale con un approccio diverso secondo cui le aziende assumono il ruolo di forza
               motrice nella creazione di sostenibilità ed innovazione. In questa prospettiva, l'obiettivo societario
               andrebbe  ridefinito  quale  'la  creazione  di  valore  sostenibile  all'interno  dei  confini  planetari  e
               rispettando gli interessi degli investitori e delle altre parti interessati’, SJAFJELL E TAYLOR, Planetary
               boundaries  and  company  law:  towards  a  regulatory  ecology  of  corporate  sustainability,  in  Legal  Studies
               Research   Paper   n.   2015/11   (University   of   Oslo   Faculty   of   Law)

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