Page 16 - Mariano Robles - Alla (ri)scoperta di un (inedito) evergreen: CSDDD, finanza strutturata "sostenibile" e diritti "secondi"
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MARIANO ROBLES
In analoga direzione, depone anche il d.lg. 8 giugno 2001, n. 231 – e, a livello
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sovranazionale, i princípi posti a fondamento della corporate governance −, che
dovrebbe condurre ad un miglioramento degli standard di correttezza e affidabilità
dei gestori d’impresa, elevando l’adeguatezza organizzativa a criterio su cui “tarare”
le soluzioni procedurali più idonee alla prevenzione di illeciti, quale indice
(ulteriore) di Corporate Social Responsibility .
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8. (Segue): «assonanze» disciplinari nell’inquadramento delle pratiche “eco-
sostenibili”
La valutazione e la gestione dei rischi rappresenta un processo che rientra da
tempo nelle logiche dei rischi ESG, presentandosi a tutti gli effetti come un
adempimento all’interno della CSDDD. Significativamente, la nuova Direttiva si
riferisce all’intera supply chain e non soltanto agli impianti produttivi o agli asset
direttamente controllati, ricomprendendo così tutte le attività di procurement,
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produzione, stoccaggio e distribuzione .
39 Principio guida diretto ad assicurare un insieme di regole, obiettivi strategici e controlli delle
performances aziendali, onde evitare rischi per investitori, dipendenti e, soprattutto, per controllare
che il management agisca in modo trasparente, nell’interesse dell’ente e degli stakeholders. In tema, v.
almeno le osservazioni di G. ROSSI, Le c.d. regole di corporate governance sono in grado di incidere sul
comportamento degli amministratori?, in Riv. soc., 2001, p. 6; nonché B.R. CHEFFINS, Tendenze attuali
di corporate governance: da Londra a Milano, via Toronto, in Giur. comm., 2001, I, p. 161. V. anche,
infra, § 9 e nota 52.
40 Vi si sofferma N. RAPPAZZO, Il Bilancio Sociale: uno strumento per la gestione del rischio
reputazionale. Il caso delle Banche etiche italiane, in impresaprogetto.it, 1, 2013, pp. 1-20. V. anche, infra,
§ 9 e nota 50.
41 Il cui modello negoziale sembra fare leva sul nuovo art. 1677-bis c.c.: cfr. P. BOZZAO, L.
MONTEROSSI, La difficile convivenza tra i contratti di appalto e trasporto nei servizi di logistica: esigenze di
certezza vs chiaroscuri interpretativi, in Dir. lav. merc., 2022, 3, p. 499 ss. In disparte se tali tecniche
«dissociative» (i.e., ‘esternalizzazioni’) tra spettanza e utilizzo eco-nocivo, alla luce degli artt. 10 e 11
CSDDD, si inscrivano nell’orientamento nomofilattico in tema di immissioni (cfr. Cass., sez. un.,
27 febbraio 2013, n. 4848, in Dir. giur. comm., 2013, 5, pp. 54-62, con ampio commento di I.
ZINGALES), per cui l’azione reale ex art. 949 c.c. diretta alla cessazione e/o al materiale ripristino
delle condizioni di «tollerabilità» vada intrapresa nei confronti del «proprietario», mentre, anche
cumulativamente, l’azione risarcitoria ex art. 2043 c.c. riguarderà il titolare del «mero godimento»;
ovvero, risultino irrilevanti ai fini della «solidarietà ripristinatoria» ex art. 2055 c.c., alla luce dei
significativi princìpi enunciati da Corte cost., 6 dicembre 2017, n. 254, in Giur. cost., 2017, p. 2704,
con nota di L. PRINCIPATO; in Riv. dir. ind., 2018, II, p. 237, con nota di I. ALVINO, e p. 611, con
nota di M. DEL FRATE; in Giustciv.com, dal 26.06.2018, con nota di E. VILLA. Propendendosi
peraltro a negare che, in via «collettiva», sia ottenibile la condanna ad eseguire obblighi di (e/o non)
fare, ovvero una riparazione in forma specifica diversa dalla liquidazione monetaria: sia poiché di tali
forme di tutela non è fatta menzione nella novella processuale; sia in quanto l’intero procedimento
risulta strutturato per fronteggiare pretese pecuniarie degli aderenti (in riferimento alla previgente
disciplina, in parte qua invariata, cfr. S. MENCHINI, A. MOTTO, L’azione di classe dell’art. 140-bis c.
cons., in Nuove leggi civ. comm., 2010, p. 1424). Unica eccezione, alla luce del nuovo dettato
normativo, sembrerebbe riferibile alla «consegna di beni determinati», atteso che l’art. 840-octies
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