Page 36 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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MARILENA RISPOLI FARINA
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dei super dividendi e dei buy backs .
In secondo luogo, i comitati rischi e i comitati crediti delle banche
assumeranno un atteggiamento molto più prudente che in passato e le condizioni
di concessioni del credito diventeranno più restrittive. Infine, le vicende trascorse
indurranno a una rivisitazione della regolamentazione prudenziale. Gli strumenti
tuttora esistenti sono il frutto della grande crisi del 2008, e inadeguati ai
cambiamenti, in particolare si presenta il problema di affrontare la velocità con
cui le crisi si manifestano. È possibile allo stato attuale trasferire denaro con molta
facilità e le notizie di una crisi si trasmettono con grande rapidità da un lato
all’altro dell’oceano grazie ai mass-media. La velocità di informazioni e
transazioni impone la rivisitazione degli strumenti di copertura dei depositi e degli
investimenti, che debbono anche essi essere facilmente liquidabili.
Va rivisto il tema delle scadenze e quindi si può ipotizzare un ritorno ad una
sorta di specializzazione funzionale stabilendo che la banca vada divisa in due
componenti, una struttura per le operazioni a rischio, coperta con il capitale o
strumenti paragonabili o depositi a termini e l’altra per le ordinarie operazioni,
coperta con depositi a vista. Un ritorno alle proposte della riforma strutturale del
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dopo crisi del 2008, ispirate al “Chicago Plan?
In questo scenario, i risk-management delle banche dovranno dimostrarsi
particolarmente attivi e le banche centrali particolarmente prudenti nel governare
una difficile congiuntura.
Innumerevoli sono gli spunti che vengono dalle crisi di SVB e Credit Suisse e
possiamo citare Marco Onado “È una crisi molto grave, non una vera catastrofe,
ma di sicuro un evento che dovrà cambiare il modo di funzionare delle banche e
le modalità di azione delle Autorità di vigilanza” .
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Duole ricordare che il Nostro commentava la crisi finanziaria del 2008! La
storia si ripete!
Napoli, 15 aprile 2023
72 MAZZUCCHELLI, Banche, l’eredità delle crisi di marzo. Intervista, cit.
73 Così MAZZUCCHELLI, Banche, l’eredità delle crisi di marzo. Intervista, cit. Il “Chicago Plan” è stato
proposto nel 1936 da H. Simons e da I. Fishern che, analizzando la Grande Crisi del 1929, ne
individuavano la causa nella commistione tra banca di investimento e banca commerciale, che aveva
reso le strutture finanziarie dei gruppi bancari fragili. Il piano prevedeva la separazione strutturale tra
le attività di banca commerciale e di banca d’investimento, al fine di gestire i conflitti di interesse e
prevenire le crisi. Negli Usa la proposta del “Chicago Plan” venne inizialmente recepita con il GLASS-
STEAGALL ACT, con il quale si isolavano le due attività di banca commerciale e banca
d’investimento. Negli anni ‘90 del secolo scorso la separazione tra le due attività bancarie venne
abolita. Successivamente, con la Riforma Dodd-Frank del 2010 si è pensato di reintrodurre
parzialmente la vecchia legge Glass-Steagall Act, tramite la “regola Volcker” che proibirebbe quasi
completamente alle grandi banche di deposito l’attività speculativa con mezzi propri.
74 Crisi finanziarie e vigilanza, cit., 146.
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