Page 31 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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IANUS n. 26-2022 ISSN 1974-9805
dell’occupazione: quasi 10mila gli esuberi esuberi previsti dal sindacato. A tal
proposito la banca svizzera ha chiesto di aprire un tavolo politico con il governo. In
ogni caso l’operazione non ha rassicurato i mercati. Infatti i titoli di Credit Suisse e
UBS hanno aperto rispettivamente in calo del 60 e del 9 % il giorno dopo l’annuncio.
Inoltre, quando la fusione sarà completata, il sistema bancario svizzero dovrà
fare i conti con una banca come UbS, diventata ancora più grande e complessa
da regolamentare.
L’operazione non ha riscosso l’entusiasmo del mercato sicuramente per
l’azzeramento del debito Tier 1 (at1) di Credit Suisse, circa 16 miliardi di euro: sono
di titoli ad alto rischio per i quali, in genere, è previsto l’azzeramento in caso di calo,
sotto una determinata soglia, degli indici di capitale di una banca. Nel caso in esame,
come si è visto i possessori di questi titoli hanno perso tutto, mentre agli azionisti,
non trattandosi ufficialmente di un salvataggio, ma di un’operazione di mercato, è
stato riconosciuto un cuscinetto di uscita del valore di 3 miliardi. Ma soprattutto
l’operazione ha portato al ribasso il mercato finanziario dei bond at1, il cui valore è
stimato sui 275 miliardi di dollari ponendo grandi problemi per il futuro.
La modalità di salvataggio, alquanto anomala, rispetto alle regole stabilite in
sede internazionale, e le ripercussioni sui mercati generando il timore di una fuga
generalizzata degli investitori, hanno spinto le banche centrali europee e la banca
d’Inghilterra a ribadire che la regola che deve essere osservata è che gli azionisti,
e solo successivamente gli obbligazionisti, sono chiamati per primi a salvare una
banca. «Questo approccio è stato costantemente applicato in passato e continuerà
a guidare le azioni negli interventi di crisi», conclude la nota congiunta di Bce,
dell’autorità bancaria europea (Eba) e del Governo.
Le motivazioni della scelta delle Autorità svizzere sono ancora tutte da chiarire.
Si sostiene che la Svizzera abbia anche inteso tutelare due importanti partner
geopolitici, azionisti di Credit Suisse: la Banca nazionale Saudita e il fondo sovrano
del Qatar. L’operazione è tuttora al centro di polemiche e si prospettano azioni
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giudiziarie da parte degli obbligazionisti azzerati . Ma duole constatare che la
decisione svizzera ha suscitato incertezza tra gli obbligazionisti di tutto il mondo.
"Volevamo dirlo molto chiaramente agli investitori, per evitare di essere
fraintesi: non abbiamo altra scelta che rispettare questa gerarchia", ha riferito alla
CNBC il presidente del Comitato di risoluzione unico dell'UE. Per le autorità di
regolamentazione della zona euro, il crollo della Silicon Valley Bank, e forse gli
eventi successivi, avrebbero potuto essere evitati se fossero state in vigore regole
bancarie più severe.
64 Si veda MESSORE - BONARDI, Crisi bancarie e strumenti Additional Tier 1:il caso Credit Suisse, in
www.dirittobancario.it, 14 aprile 2023, per la ricostruzione dell’operazione Credit Suisse. Gli Autori
avanzano l’ipotesi che sulla base delle Regole di Basilea, e delle condizioni contenute nei contratti
di sottoscrizione delle obbligazioni (debito Tier 1 (at1), sia possibile l’annullamento degli stessi nelle
modalità seguite.Le modalità di soluzione della crisi di Credit Suisse sono oggetto di contestazioni
da più parti. Oltre che dagli obbligazionisti, dai managers cui è stato soppresso il bond, nonché dai
soci stessi, in particolare dagli azionisti sauditi.
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