Page 33 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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IANUS n. 26-2022 ISSN 1974-9805
In sede SRM sono stati analizzati i recenti episodi di crisi: Silicon Valley Bank
e Credit Suisse. La conclusione è che gli episodi di crisi non sono stati causati
dalla cattiva gestione degli attivi ma, per SVB, da un business model peculiare (di
cui non vi è esempio nel sistema bancario europeo). Vi è stata anche una “debole”
applicazione dei requisiti prudenziali sulla liquidita’ ed i rischi di tassi di interesse.
Per Credit Suisse, la crisi è stata determinata dalla mancanza di fiducia nel business
model che, in condizione di incertezza sui mercati finanziari, si è riflessa in una
forte crisi di liquidita’. Gli effetti di contagio diretti ed indiretti per le banche
europee sono stati nel complesso limitati, tuttavia si è registrato un aumento dei
costi del funding. “Le recenti crisi hanno mostrato ancora una volta che la
sostenibilitá dei modelli di business, una solida gestione dei rischi e la trasparenza
sono elementi fondamentali per la robustezza del sistema bancario” .
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Sul fronte europeo ancora vi è da segnalare una proposta di riformulazione delle
regole delle crisi che la Commissione si appresterebbe a presentare e di cui ha dato
notizia la stampa economica . “Evitare un nuovo salvataggio in "stile" Monte dei
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paschi, con una stretta sull'uso di soldi pubblici per le banche in difficoltà, e rendendo
più facile per i correntisti spostare il proprio conto da un istituto in crisi a un altro più
sano”. È quanto prevede la bozza di legge a cui sta lavorando la Commissione
europea, secondo quanto scrive il Financial Times. Il provvedimento di Bruxelles era
atteso da settimane, ma le turbolenze sul settore provocate dal crollo della Silicon
Valley bank e di Credit Suisse potrebbero aver rallentato il lavoro della Commissione.
L'obiettivo dichiarato, commenta FT, è rafforzare la cosiddetta Unione bancaria,
ossia l'insieme delle misure elaborate dall'Europa dopo la crisi finanziaria, e volte a
tutelare i contribuenti. A oggi, le norme Ue rendono più complicato usare denaro
pubblico per i salvataggi delle grandi banche. Ma questo non ha impedito all'Italia,
nel 2017, di ottenere il via libera di Bruxelles per utilizzare 5,6 miliardi di euro
provenienti dalle casse statali e aiutare Mps. Questa misura, secondo il Financial
times, è stata possibile grazie a una "scappatoia" trovata dalle autorità italiane: il
sostegno a Mps è stato fornito sotto forma di cash in forma "precauzionale", e dunque
non è stato configurato come un aiuto di Stato contrario alle norme sulle risoluzioni
bancarie. Le nuove regole a cui starebbe lavorando la Commissione dovrebbero
rendere più difficile l'uso di questa “scappatoia”.
Altro punto importante della proposta di Bruxelles riguarderà i correntisti: sempre
secondo il Financial Times, la Commissione Ue vuole rendere più facile il
trasferimento del contante dei depositanti da istituti in difficoltà a quelli sani. Altro
aspetto rilevante della bozza è l'estensione delle norme anti-salvataggio pubblico
anche alle banche più piccole. La proposta prevede che la Banca centrale europea,
che vigila sui maggiori istituti di credito dell'Eurozona, o le autorità nazionali di
regolamentazione finanziaria, che controllano le banche più piccole, siano tenute a
66 Ibidem.
67 Il Financial times del 12 aprile 2023 ha titolato:” Brussels prepares to strengthen regime for struggling
bannks”. V. Eurogroup Statement del giugno 2022 e la proposta della Commissione 18 aprile 2023.
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