Page 3 - Francesco Denozza - I beni intangibili e i problemi della mercificazione
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IANUS n. 27-2023 ISSN 1974-9805
I BENI INTANGIBILI E I PROBLEMI DELLA MERCIFICAZIONE
Francesco Denozza
Professore Emerito di Diritto Commerciale
Università degli Studi di Milano
Un’impostazione, variamente presente nella New Institutional Economics e un po’ in tutto il pensiero
neoliberale, ritiene che il successo di un sistema economico dipenda, in rilevante misura, dalla presenza di
istituzioni adeguate. Gli autori più sensibili agli aspetti storico-evolutivi, sottolineano anche che l’economia
cambia e che le caratteristiche delle istituzioni di cui ha bisogno per funzionare adeguatamente, cambiano con
essa. L’avvento e la diffusione degli intangibles richiedono, in questa prospettiva, un peculiare adattamento delle
istituzioni che, secondo autori come Haskel e Westlake, non si sarebbe verificato in misura soddisfacente, con
conseguenze economico-sociali negative particolarmente gravi. Questo lavoro intende dimostrare che la
situazione è in realtà un po’ più complicata. Non esiste solo l’ambito delle forze produttive (l“economia”) con le
sue tendenze ed esigenze, ma esistono anche i rapporti di produzione, la cui rilevanza testimonia che il problema
non è definito solo e tanto dalla presenza degli intangibles, ma dal fatto che gli intangibles devono inserirsi nei
rapporti di produzione caratteristici di una economia di mercato al fine di circolarvi come “merci”. La principale
tesi del saggio è che la possibilità di circolare come merci, e lo stesso valore mercantile degli intangibles (o della
parte più importante di essi), dipendono in definitiva più da fattori istituzionali e sociali, che da fattori oggettivi
(il costo marginale, la scarsità, il lavoro necessario a produrli, ecc.). Il diritto, e le istituzioni in genere, non si
limitano a definire le condizioni favorevoli allo sviluppo delle potenzialità mercantili di tali peculiari “merci”.
L’intervento istituzionale incide sulla determinazione del valore stesso di queste. In tal modo esso produce effetti
non solo, e non tanto, allocativi, ma tipicamente distributivi e, in definitiva, sociali, sicché gli assetti istituzionali
che ignorano questa realtà sono tutti destinati allo squilibrio.
One approach, variously found in New Institutional Economics and somewhat across all the neoliberal
thought, holds that the success of an economic system depends, to a relevant extent, on the presence of appropriate
institutions. Those authors more sensitive to historical-evolutionary aspects also point out that the economy
changes and that the attributes of the institutions it needs to function properly change with it. The advent and
proliferation of intangibles require, in this perspective, a peculiar adaptation of institutions, which – according
to authors such as Haskel and Westlake – would not have occurred to a satisfactory extent, with serious socio-
economic consequences. This paper aims to show that the situation is more complicated than this. This paper
aims to show that the situation is slightly more complicated. There is not only the sphere of productive forces
(the “economy”) with its tendencies and requirements, but there are also production relations, whose relevance
shows that the problem is not defined solely by the presence of intangibles, rather by the circumstance that
intangibles must fit into the relations of production characteristic of a market economy in order to circulate as
“commodities”. The main thesis of the essay is that the possibility of circulating as commodities, and the
mercantile value of intangibles (or the most important part of them), ultimately depend more on institutional
and social factors than on objective ones (marginal cost, scarcity, labour required to produce them, etc.). Law,
and institutions in general, do not merely define the favourable conditions for the development of the mercantile
potential of such peculiar “commodities”; rather, the institutional intervention affects the very determination of
their value. Thus, it produces not only, and not so much, allocative effects, but typically distributive and
ultimately social ones, so institutional arrangements that ignore this reality are all doomed to disequilibrium.
Saggio sottoposto a double-blind peer review.
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