Page 7 - Francesco Denozza - I beni intangibili e i problemi della mercificazione
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IANUS n. 27-2023 ISSN 1974-9805
2. Gli intangibili: risorse artificialmente trasformate in merci
Chiamo merce un bene che viene prodotto allo scopo di essere venduto sul
mercato. Per mercificazione intendo il processo per cui ad ogni bene viene
assegnato dal mercato un prezzo, ed il prezzo diventa il principale fattore
condizionante l’andamento di tutte le relazioni sociali in cui il bene in questione
è coinvolto.
La mia opinione è che i processi di mercificazione sono diventati, soprattutto
nell’ultimo mezzo secolo, sempre più importanti e delicati e che la necessità di
governarli adeguatamente ha influenzato un certo sviluppo delle teorie
giuridiche , ed ha prodotto una tendenza ad intensificare, e approfondire,
8
l’imposizione ad ogni genere di rapporto di una logica mercantile , soprattutto
9
attraverso la estensione della c.d. teoria dei prezzi .
10
Questo processo non ha proceduto, e non procede, senza difficoltà. Si tratta di
difficoltà che possono riguardare in misura diversa tutti i beni, e che sono però
particolarmente gravi con riferimento a certi beni. Tra questi rientrano
sicuramente quelle che POLANYI definiva, come abbiamo appena ricordato,
fictitious commodities, e cioè la terra, il lavoro e la moneta, risorse che non sono
prodotte per essere vendute, che non possono essere prodotte a volontà, e il cui
caratteristiche che li rendono diversi dalle merci “reali”. Sul punto tornerò tra un attimo, nel
prossimo paragrafo.
8 Il dichiarato scopo di un movimento di grande successo come l’analisi economica del diritto è
proprio l’applicazione della teoria dei prezzi allo studio della giurisprudenza. Cfr. DENOZZA, Law
and the social limits to pricing, di prossima pubblicazione nella rivista History of Economic Ideas, 2023.
9 La disciplina della società per azioni può da sola fornire qualche significativo esempio. A
partire dalla posizione dei soci nella società, posizione una volta assimilata a quella di (indiretti)
proprietari, e oggi assimilata, invece, a quella di fornitori di una merce (il capitale), interessati non
al miglior uso complessivo della loro proprietà, ma ad una controprestazione (i dividendi) che deve
essere loro fornita da altri venditori di merci (i manager) anch’ essi immaginati come esclusivamente
interessati a vendere, al più caro prezzo possibile, i loro servizi. La stessa logica di mercificazione è
sottesa all’adozione del criterio contabile c.d. del fair value, un criterio che, come è noto, impone il
ricorso a criteri contabili di valutazione che tendono a calcolare il valore dei cespiti attribuendo un
ruolo centrale alla somma di denaro che potrebbero fare incassare all’impresa in caso di vendita,
piuttosto che alla somma di denaro che potrebbe essere ricavata dal loro sfruttamento all’interno
dell’impresa stessa. Una prevalenza, si potrebbe dire, del valore di scambio sul valore d’uso
produttivo, che riflette una concezione delle imprese come entità la cui principale caratteristica non
è quella di essere produttive, ma di essere comprate e vendute. Volendo generalizzare il punto,
l’intuizione alla base del celebrato lavoro di COASE (The Problem of Social Cost, in 3 J. L. & Econ.,
1960, 1), fondamento di buona parte della teoria giuridica neoliberale, può essere in fondo descritta
facendo proprio riferimento alla mercificazione. L’idea fondamentale è quella per cui possono
essere ridotte a merci, che si comprano e si vendono sul mercato, tutte le posizioni di potere che
costringono altri a sopportare gli effetti delle proprie azioni, così come possono essere comprati e
venduti, come qualsiasi altra merce, tutti gli effetti, tangibili ed intangibili, che possono derivare da
un’azione umana.
10 Cfr. BECKER, The Economic Approach to Human Behavior, Chicago, 1976. Più in generale sulla
storia di questa tendenza teorica, cfr. MALECKA, Economics Imperialism in Law and Economics, in
MARCIANO - RAMELLO (eds), Encyclopedia of Law and Economics, New York, 2019.
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