Page 8 - Francesco Denozza - I beni intangibili e i problemi della mercificazione
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FRANCESCO DENOZZA





               assoggettamento  alle  fluttuazioni  imposte  dai  meccanismi  di  mercato  piò
               avvenire solo al prezzo di pesanti effetti negativi collaterali. L’imposizione della
               forma di merce a risorse di questo tipo è un processo artificioso, che fa in certo
                                                                                        11
               senso violenza alla loro natura, e comporta gravi conseguenze sul piano sociale .
                  Anche i beni intangibili (o almeno molti di loro) appartengono a mio avviso
               ad un tipo di beni la cui mercificazione presenta problemi, magari non identici a
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               quelli delle fictitious commodities, ma sicuramente altrettanto rilevanti .
                  Il dato di partenza è il fatto che gli intangibili non si presentano, per così dire,
               spontaneamente come merci, cioè come beni in grado di circolare su un mercato
               che dà loro un prezzo. Solo una particolare protezione giuridica, e una particolare
               modellizzazione dei profili istituzionali che li riguardano, riescono ad attribuire
               loro le caratteristiche da cui dipende l’acquisizione da parte loro della natura di
               merci, e da cui finisce per dipendere anche, elemento ovviamente rilevantissimo,
               il loro stesso valore.
                  Ciò è particolarmente evidente quando si riflette sugli intangibili come beni
               connessi, in un modo o nell’altro, alla circolazione di conoscenze tecniche. Qui è
               particolarmente evidente che il modo in cui possono, o non possono, circolare
               certe  conoscenze,  e,  come  ho  detto,  il  loro  stesso  valore,  dipendono
               sostanzialmente  dalla  disciplina  applicabile  all’informazione  che  quelle
               conoscenze veicola.
                  La serie di discipline rilevanti che si possono citare al riguardo è nutrita. Viene
               subito alla mente la disciplina del brevetto per invenzione (su cui tornerò nel
               prossimo paragrafo) dove è evidente per chiunque che il modo in cui si definisce

                  11   Diciamo  che  la  polanyiana  categoria  delle  fictitious  commodities  in  senso  proprio  (come
               abbiamo detto: la terra, il lavoro, la moneta) tende a dilatarsi ed a comprendere altre risorse la cui
               produzione e messa in circolazione non è governata da quei meccanismi “spontanei” che, in una
               società capitalistica, regolano il flusso delle merci in senso proprio. Oltre agli intangibili, e in genere
               a tutti beni il cui valore dipende dal modo in cui sono governate le informazioni che veicolano, o
               che  comunque  li  riguardano,  un’altra  importante,  peculiare,  categoria  è  quella  dei  prodotti
               finanziari, su cui cfr. la nt. seg.
                  12  Come ho anticipato alla nt. prec., un’altra importantissima categoria di merci sui generis è
               quella  dei  prodotti  finanziari,  che  non  si  comportano  spontaneamente  come  merci.  Sul  piano
               generale della circolazione, è facile constatare, infatti, che la legge basilare dei mercati, quella della
               domanda e dell’offerta, non opera qui nella maniera costante e meccanica, che la rende altrove un
               punto di riferimento fondamentale. È infatti possibile e frequente che la diminuzione del prezzo di
               un  prodotto  finanziario  non  solo  non  determini  un’automatica  crescita  della  domanda,  ma  ne
               determini  addirittura  una  riduzione,  in  tutti  quei  casi  in  cui  la  diminuzione  del  prezzo  viene
               interpretata come correzione di una precedente sopravvalutazione provocata da una qualche bolla
               speculativa.  Analogo,  inverso,  fenomeno  può  notoriamente  verificarsi  in  caso  di  aumento  del
               prezzo. Su un altro piano, è ben noto che molti mercati di prodotti finanziari (sicuramente, ad es.,
               il mercato delle azioni) sono soggetti a fenomeni, le c.d. asimmetrie informative, simili a quelli che
               AKERLOF (The Market for “Lemons”: Qualitative Uncertainty and The Market Mechanism, in 84 Q. J.
               Econ., 1970, 488 ss.) illustrava con riferimento al mercato delle auto usate. L’esistenza di asimmetrie
               informative tra l’emittente (o chi ha confezionato il prodotto finanziario) e i potenziali acquirenti è
               fenomeno diffuso ed idoneo, se non contrastato, a produrre effetti distruttivi del mercato simili a
               quelli descritti con riferimento al mercato delle auto usate.

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