Page 14 - Cristiane Derani - Consumo energetico e produzione alimentare sostenibili nel diritto internazionale
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CRISTIANE DERANI





               risorse naturali. Per alleviare queste conseguenze vengono creati altri miti: il mito
               secondo cui gli esseri umani possono sempre trovare nuove fonti di energia e
               risorse e nuovi modi per sfruttarle a proprio vantaggio .
                                                                 15
                  Questi miti sono supportati da un altro mito, quello dell’“homo economicus”,
               che si ritiene sia guidato dalla ricerca della massimizzazione del profitto e sia
               ispirato  dalla  possibilità  di  continui  guadagni  economici  che  ricava  dalle  sue
               attività. L’interesse umano per i profitti è senza dubbio un aspetto di una realtà
               multiforme  e  complessa,  ma  è  necessario  accettare  il  limite  del  pensiero
               unidimensionale affinché le politiche e gli standard non si basino esclusivamente
               su queste concezioni.
                  La fondatezza di tali miti è spiegata dalla storia. Dopotutto, gli anni tra le due
               guerre hanno dimostrato come il nazionalismo abbinato al protezionismo possa
               distruggere  l’economia  mondiale  e  alimentare  i  conflitti  armati.  La  reazione
               all’autoritarismo nazionalista fu la teoria altrettanto autoritaria del liberalismo.
               Entrambi prevedono l’indebolimento delle divergenze e ignorano le alternative
               meno radicali. Tuttavia, la virtù “risiede ancora nel mezzo” e questo è ancora un
               presupposto etico e una ricetta più equilibrata per la costruzione della convivenza
               tra gli esseri umani. Esiste una contraddizione tra la motivazione e l’azione in un
               mondo globalizzato. Da una parte, c’è la convinzione che l’individuo persegua la
               soddisfazione di interessi egoistici per motivare la propria azione. Quest’ultima,
               d’altra  parte,  consiste  in  una  pluralità  di  relazioni  collettive  interdipendenti  e
               considerazioni complesse che non si limitano al mero trasferimento di diritti di
               proprietà tra privati. Non bisogna dimenticare che anche l’ambiente in cui opera
               il  mercato  contribuisce  ad  integrare  la  società;  le  culture,  gli  Stati  e  il  suo
               orientamento  economico  devono  essere  compatibili  con  le  responsabilità  che
               emergono da questa attitudine cosmopolita. L’ambiente in cui opera il mercato è
               molto  più  di  un  semplice  contesto  in  cui  avviene  lo  scambio  di  interessi
               individuali.
                  Il  mercato  è  uno  spazio  sociale  e  qualsiasi  cambiamento  volto  a  favorirlo
               richiede un impegno collettivo. In questa visione più ampia, i miti dovrebbero
               essere  abbandonati  e  si  dovrebbero  intraprendere  azioni  che  vadano  oltre  il
               dogma liberale. La scelta di intraprendere un percorso che tuteli la vita, miri a
               preservare i beni comuni e sia spinto da una reale preoccupazione per l’umanità
               a  causa  del  depauperamento  energetico  e  al  degrado  ambientale,  richiede  un
               mercato attento a tutti i processi di produzione dei beni, anziché semplicemente
               alla  quantità  dei  beni  prodotti.  Sebbene  apparentemente  distanti,  le
               considerazioni  sull’idea  liberale  di  costruire  sia  un  mercato  mondiale  che  la
               sostenibilità energetica, non sono solo interconnesse, ma interdipendenti .
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                  15  GEORGESCU-ROEGEN, O Decrescimento: Entropia, Ecologia, Economia, op. cit
                  16  Anche la Banca Mondiale ha affermato che: “Ending poverty and ensuring sustainability are the
               defining challenges of our time. Energy is central to both of them”. Sustainable Energy for All, “Setting a
               Vision in Motion” (settembre 2011).

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