Page 15 - Cristiane Derani - Consumo energetico e produzione alimentare sostenibili nel diritto internazionale
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IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
Risolvere il problema energetico e ricercare la sostenibilità dell’uso dell’energia
nella produzione alimentare implica riscrivere l’economia e il commercio nel
mondo globalizzato, concentrandosi sulle regole sostanziali e sulla logica del
commercio internazionale e del mondo finanziario. Poiché l’energia consente la
sopravvivenza della società, tutti i processi di appropriazione, trasformazione,
distribuzione e consumo dei beni devono essere seriamente ripensati. Ciò
premesso, occorre agire dal punto di vista normativo per garantire un equilibrio
energetico più efficiente nel mercato globale e conciliare l’ideale di una completa
liberalizzazione dei mercati con l’imposizione di restrizioni e modifiche di quei
processi produttivi che comportano un elevato dispendio energetico. In tal senso,
la forma di produzione e la tecnologia impiegata richiede strutture complesse,
cooperazione internazionale e regolamentazione a livello nazionale,
sopranazionale e internazionale.
A livello nazionale, gli Stati dovrebbero adottare obiettivi orientati a
determinato risultati abbinati a limiti di emissione giuridicamente vincolanti.
Potrebbe essere necessario specificare alcune politiche:
- Specificazione mediante incentivi e tassazione per ottenere una produzione
energetica più sostenibile, utilizzando crediti e strumenti fiscali come livellamento
giuridico-economico delle decisioni di mercato.
- Eliminazione dei sussidi per la produzione di biocarburanti derivanti da
colture concorrenti con quelle alimentari.
- Organizzazione dei mercati di consumo in base ad una certificazione che
attesti l’impatto energetico, ossia relativo al consumo energetico di macchine e
altre apparecchiature, che, in tal modo, dia al consumatore il potere di indirizzare
la propria scelta sia per quanto riguarda la spesa che le fonti energetiche
impiegate.
- Misure coercitive come la regolamentazione dell’uso dell’energia, tramite,
per esempio, l’introduzione di limiti di emissione.
- Incentivi per un approvvigionamento alimentare che eserciti una minore
pressione sul consumo energetico, ovvero cibo proveniente da una catena di
approvvigionamento con un consumo energetico inferiore.
Sempre a livello nazionale, ma anche negli gli accordi regionali, è importante
pensare ad una modalità di regolazione dei flussi di energia al fine di indirizzare
il processo produttivo verso una maggiore efficienza energetica.
A livello sovrannazionale, è estremamente importante che gli accordi
commerciali siano vettori di trasformazioni produttive congiunte. Gli accordi
regionali potrebbero contemplare i presenti termini:
- Contemplare i requisiti minimi relativi all’uso dell’energia per l’efficienza
nella produzione di beni.
- Contenere disposizioni sul trasferimento di tecnologie più efficienti associate
a una minore spesa energetica, nonché sul trasferimento dei diritti di proprietà
intellettuale.
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