Page 12 - Alessandro Pelizzon - La “personalità ambientale”: un nuovo principio di diritto per la giustizia climatica?
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ALESSANDRO PELIZZON
attraverso il quale storie, canti e leggi assumono corpo grazie ai viaggi creativi
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degli esseri ancestrali .
Il conservativismo con cui alcuni dei primi sostenitori dei diritti della Natura
si erano avvicinati al movimento al suo inizio (nonostante l’indiscussa sfida di
Berry a una tradizione metafisica materialistica e dualistica), che aveva portato
ad un’articolazione di proposte ancora pienamente collocate entro i confini della
tradizionale teoria giuridica occidentale, è stato quindi sostituito da molti esempi
concreti di iniziative in tutto il mondo che abbracciano le possibilità pluraliste
implicate dall’emergere di una giurisprudenza ecologica. Il risultato più
immediato è stato un crescente riconoscimento della Natura, sia nel suo insieme
che nelle sue molteplici componenti, come soggetto. La Natura non è più uno
sfondo passivo sul quale si svolge l’arazzo della storia umana. Gli esempi sopra
citati si riferiscono alla Natura come controparte complessa dell’umwelt umano,
una rete di entità e identità di pari status metafisico e morale degli esseri umani,
riconosciute come partecipanti attivi nelle azioni a favore del clima e
dell’ambiente.
Questo spostamento in definitiva metafisico, certamente strano per molti
giuristi tradizionali appartenenti ad una tradizione giuridica occidentale in cui il
diritto è meglio esemplificato come un insieme di regole astratte, quasi
matematiche, è rispecchiato da un modello distinguibile all’interno
dell’evoluzione delle iniziative per i diritti della Natura sopra descritte. Se la
Costituzione di Montecristi venisse adottata come punto di partenza per il
movimento per i diritti della Natura, si potrebbero chiaramente distinguere tre
fasi all’interno di questo movimento negli ultimi dieci anni. Anche se ciascuna
fase ha contribuito direttamente all’espansione dell’etica ambientale, il percorso
in sé merita attenzione.
La prima fase, esplicitamente incentrata sull’articolazione dei diritti
fondamentali da attribuire (o riconoscere) alla Natura, è sintetizzata dalle
disposizioni costituzionali ecuadoriane e dalla relativa prassi giurisprudenziale,
nonché dalle ordinanze locali redatte negli Stati Uniti con l’assistenza del
CELDF. Pur essendo contemporanea all’approvazione della legislazione
parallela sulla “Madre Terra”, la Bolivia ha deciso di concentrare il suo sguardo
non su un insieme di diritti, ma piuttosto sul loro corrispondente Hohfeldiano, in
cui i doveri e le responsabilità collettive sono dovuti sia nei confronti del mondo
non umano così come verso gli altri esseri umani, visti come inseparabili. Oltre
ad articolare un linguaggio (“Madre Terra”) in diretta opposizione alla
rappresentazione presumibilmente neutra e distaccata della Natura come insieme
di oggetti relativamente inanimati, l’esperienza boliviana è anche attivamente
focalizzata sullo sviluppo di un modello educativo e produttivo “socio-
28 CLARK-EMMANOUIL-PAGE-PELIZZON, Can You Hear the Rivers Sing? Legal Personhood, Ontology,
and the Nitty Gritty of Governance, in Ecology Law quarterly, 2019, 823. In originale: «entity and pathway in
which stories, songs, and law are emplaced, through the creative journeys of ancestral beings».
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