Page 54 - IANUS Diritto e finanza - Rivista semestrale di studi giuridici - N. 29 - giugno 2024 - Il diritto alla sostenibilità: strumenti giuridici della transizione ecologica
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FRANCESCA DEGL’INNOCENTI
problemi di attribuzione delle responsabilità che derivino dalla dissociazione, sul
piano formale, dei diversi centri di imputazione.
Il secondo fenomeno, anch’esso correlato alla dimensione sempre più
transnazionale dei traffici, concerne i limiti di controllo e di giurisdizione delle
sovranità statali, incapaci di regolare in maniera efficace attività dislocate
geograficamente anche a grande distanza o la complessità delle reti e delle diverse
intersezioni fra società. In tale ulteriore prospettiva, l’individuazione delle
imprese di grandi dimensioni come destinatarie degli obblighi di diligenza
sottende che sia incardinato in tali operatori economici un potere di influenza o
di leva, al fine di prevenire esternalità negative e di assicurare, indirettamente, la
rimozione di effetti distorsivi delle dinamiche mercantili. La capacità di
influenzare (c.d. leverage) la catena produttiva suppone necessariamente, e a sua
volta, un potere di gestione o organizzativo, sul piano societario o contrattuale,
delle diverse attività o segmenti di attività; potere il cui esercizio è senz’altro
funzionale all’incremento del valore competitivo, ma che rimane vincolato al
rispetto di coordinate valoriali indefettibili.
Il perimetro applicativo della direttiva, pur con tutte le complessità (de iure
condito e de iure condendo) sul piano interpretativo e applicativo, rappresenta,
dunque, un tentativo di fornire risposte a problemi posti da sistemi economici
complessi mediante l’attribuzione di un potere/dovere di co-regolazione del
mercato alle imprese di grandi dimensioni. Su queste vengono correlativamente
a gravare responsabilità dirette nei confronti degli stakeholders (art. 29 della
direttiva) che inevitabilmente trascendono da limiti territoriali o ordinamentali,
giacché gli stessi valori e i diritti fondamentali che si intendono tutelare si
inseriscono (anch’essi) in una dimensione giuridica sempre più ecumenica e
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condivisa .
29 LIPARI, Il diritto civile tra legge e giudizio, in ALPA-CONTE (a cura di), Diritti e libertà fondamentali
nei rapporti contrattuali, Torino, Giappichelli, 2018, 344, osserva che la nuova dimensione di
giuridicità è ancorata a valori, i diritti fondamentali, non condizionati da limiti territoriali o
ordinamentali. Un processo, quello della “globalizzazione” dei diritti e delle sue tute le, che
inevitabilmente segue alla globalizzazione dei mercati: cfr. GALGANO, Globalizzazione dell’economia
e universalità del diritto, in Pol. dir., 2009, 188.
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