Page 28 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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MARILENA RISPOLI FARINA





               di  fondi  da  parte  dei  clienti,  acuitisi,  sostengono  le  Autorità,  a  seguito  delle
               “turbolenze sul mercato bancario statunitense”, così che sebbene la banca fosse
               solvibile , era esposta al rischio di insolvenza. Pertanto, le Autorità svizzere hanno
               dovuto adottare provvedimenti per evitare “gravi danni per il mercato finanziario
               svizzero e internazionale”. In tale contesto, “al fine di tutelare i depositanti e i
               mercati finanziari”, la FINMA ha approvato l’offerta di acquisto presentata da
                                                  60
               UBS, una altra grande banca svizzera .
                  Il  consiglio  federale  svizzero  ha  agito  in  virtù  dei  poteri  previsti  dagli
               artt.184\cpv 3 e art. 185 cpv 3 delle Costituzione federale svizzera e ha emanato
               una  “Ordinanza  sui  mutui  supplementari  di  sostegno  alla  liquidita  e  la
               concessione da parte della Confederazione di garanzie in caso di dissesto per
               mutui a sostegno della liquidità erogati dalla Banca nazionale svizzera a banche
               di rilevanza sistemica” derogando notevolmente al diritto federale esistente. A
               garanzia  dell’acquisto,  l’istituto  di  emissione  ha  previsto  diverse  misure  di
               salvataggio, tra cui 100 miliardi di liquidità extra, che dovrebbe rendere le banche
               più capaci di far fronte a una richiesta di rimborso da parte della clientela.
                  La Banca centrale elvetica ha quindi coinvolto nel salvataggio UBS, la prima
               banca del Paese, che ha accettato di comprare la consorella in difficoltà. La trattativa
               è durata cinque giorni, alla fine dei quali si è raggiunto l’accordo per l’acquisizione a
               un prezzo stimato in circa tre miliardi di franchi. Due in più di quanto chiesto da
               UBS, ma quattro in meno dell’ultimo valore di capitalizzazione di Credit Suisse.
                  Le nuove disposizioni includono la concessione alla FINMA del potere (i) di
               aggirare la necessità di assemblee generali per l'approvazione di transazioni che
               coinvolgono banche di rilevanza sistemica (articolo 10a) e (ii) di richiedere la
               svalutazione  di  "capitale di  base  aggiuntivo"  (articolo  5a). Di  conseguenza,  il
               salvataggio è stato attuato per via amministrativa, aggirando sia il Parlamento che
               le assemblee degli azionisti delle banche interessate.
                  In terzo luogo, sulla base dell'articolo 5a e delle condizioni applicabili alle
               obbligazioni, i detentori di 16 miliardi di franchi svizzeri di obbligazioni AT1 in
               CS  sono  stati  completamente  spazzati  via,  mentre  i  detentori  di  azioni,
               nonostante la diluizione sostanziale, non hanno subito alcuna perdita.
                  La procedura adottata in via amministrativa, presenta due caratteri di novità
               rispetto  alle  prassi  dei  salvataggi  bancari.  In  primo  luogo,  la  fusione  è  stata
               disposta senza sentire gli azionisti delle due banche, in deroga alle norme sulla
               fusione  delle  società  quotate  in  Borsa  che  richiedono  il  voto  dell’assemblea
               straordinaria delle società acquisite. Anche per tali profili si è legiferato in deroga
               (art.10 dell’ordinanza) alla legge federale sulle fusioni del 2003 (Merger Act).
                  La  modifica  della  governance  della  società  è  una  novità  nel  diritto  delle
               soluzioni delle crisi bancarie. Nella crisi di Bears Stearns del 2008 gli azionisti


                  60  Si veda Martino Su Credit Suisse le autorità svizzere danno un buon esempio, in lavoce,6 aprile 2023
               che,  in  controtendenza,  valuta  positivamente  l’intervento  delle  Autorità  svizzere  pur  se
               caratterizzato da alcune “forzature “ sul piano normativo.

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