Page 4 - Elena Bindi, Elia Cremona - La regolazione delle grandi piattaforme digitali
P. 4
ELENA BINDI, ELIA CREMONA
For every complex problem
there is an answer
that is clear, simple,
and wrong
H.L. Mencken
1. Lo slancio regolatorio europeo e i suoi rischi
La platform economy è un fenomeno certamente multiforme e al suo interno
troviamo modelli di business molto differenti: sulle piattaforme digitali possiamo
acquistare beni, ricevere servizi, allacciare contatti o anche svolgere attività
d’impresa . Immaginare una regolazione uniforme per fattispecie economiche così
1
diverse potrebbe apparire una scelta inadeguata e velleitaria. E tuttavia le grandi
piattaforme digitali (c.dd. VLOPs, very large online platforms) hanno alcuni tratti
salienti che consentono di impostare un discorso su ipotesi di regolazione comune.
In questa esatta direzione sta andando l’Unione Europea, con l’approvazione
di una serie di atti – tra direttive e regolamenti – che fissano la strategia europea
2
4
3
per il digital future , come il Digital Services Act e il Digital Markets Act , o la proposta
di regolamento sull’intelligenza artificiale presentata dalla Commissione europea
5
il 21 aprile 2021 e che prevede obblighi trasversali a soggetti pubblici e privati che
1 Secondo una nota tassonomia, le piattaforme possono essere classificate sulla base del tipo di
domanda che intendono soddisfare. Così, abbiamo: a) piattaforme che garantiscono l’accesso a
informazioni, come i motori di ricerca (e.g. Google, Bing), anche specializzati su certi tipi di beni o servizi
(e.g. TripAdvisor, Yelp, Google Shopping, Kelkoo, Twenga); in questa categoria è altresi inclusa la
fornitura di servizi di geolocalizzazione (e.g. Google Maps, Bing Maps) e di contenuti multimediali
(e.g. YouTube, Netflix, Spotify, Dailymotion); b) piattaforme che consentono l’accesso a dati e
informazioni personali degli utenti in qualche modo tra loro collegati, come i social network (e.g.
Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitch, Clubhouse); c) piattaforme mediante le quali è possibile
accedere a beni o servizi offerti da terze parti, c.dd. marketplace (e.g. Amazon, App Store, eBay, Alibaba,
Allegro, Booking) o di sharing economy (e.g. Airbnb, Uber, BlaBlaCar); d) piattaforme che procacciano
forza lavoro o che consentono l’accesso all’expertise e alle «intellectual capabilities» dei partecipanti (e.g.
TaskRabbit, Upwork); e) piattaforme che consento l’accesso a fonti di finanziamento, come le
piattaforme di crowdfunding (e.g. Kickstarter, Gofundme) o come i sistemi di pagamento e le criptovalute
(e.g. PayPal, Mastercard, Bitcoin). Così STROWEL - VERGOTE, Digital Platforms: To Regulate or Not to
Regulate? Message to Regulators: Fix the Economics First, Then Focus on the Right Regulation, in ROSELS
– Research Observatory on Sharing Economy, Law and Society, 15 novembre 2017, e disponibile al
seguente link https://tinyurl.com/mvpdp234. Cfr. SRNICEK, The challenges of platform capitalism:
Understanding the logic of a new business model, in 23 Juncture, 2017, 254-257.
2 COMMISSIONE EUROPEA, Comunicazione: Shaping Europe’s digital future, 19 febbraio 2020,
disponibile all’indirizzo https://tinyurl.com/5ejschsy.
3 Regolamento (UE) 2022/2065 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022
relativo a un mercato unico dei servizi digitali e che modifica la direttiva 2000/31/CE.
4 Regolamento (UE) 2022/1925 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 settembre 2022
relativo a mercati equi e contendibili nel settore digitale e che modifica le direttive (UE) 2019/1937
e (UE) 2020/1828.
5 COMMISSIONE EUROPEA, Proposal for a Regulation laying down harmonised rules on artificial
intelligence, del 21 aprile 2021, disponibile al seguente link: https://tinyurl.com/5n724v7x.
86