Page 8 - Klaus Bosselman - La sovranità statale e le forme di amministrazione fiduciaria dei beni di interesse comune
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KLAUS BOSSELMAN





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               ed economisti . La governance dell’amministrazione fiduciaria è sostenuta anche
               dalla  ricca  letteratura  sui  beni  comuni .  Il  movimento  “Reclaiming  the
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               Commons” ha sicuramente trovato ulteriore forza negli ultimi tempi.
                  Il diritto internazionale e le Nazioni Unite non solo hanno bisogno, ma sono
               anche  in  grado  di  sviluppare  istituzioni  di  governance  fiduciaria.  Esiste,  per
               esempio, anche una tradizione di istituzioni delle Nazioni Unite con un mandato
               di  amministrazione  fiduciaria,  tra  cui  il  (non  più  esistente)  Consiglio  di
               amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite, l’Organizzazione mondiale della
               sanità (OMS) per quanto riguarda la salute pubblica e anche l’Organizzazione
               mondiale del commercio (OMC) per quanto riguarda il libero scambio . Esistono
                                                                                17
               anche numerose altre istituzioni delle Nazioni Unite o legate alle Nazioni Unite
               con funzioni di amministrazione fiduciaria meno significative. Ovviamente, gli
               stati  sono  in  grado  di  creare  istituzioni  di  amministrazione  fiduciaria
               internazionale, sia espressamente che implicitamente. Gli esempi summenzionati
               dimostrano che la sovranità degli Stati può essere trasferita a livello internazionale
               (come dimostra anche l’Unione Europea).
                  Le motivazioni di fondo non sono tanto di natura morale, ma sono piuttosto
               guidate da interessi politici. Nella maggior parte dei casi, gli interessi politici sono
               miopi ed egoistici, ma possono cambiare così come può cambiare la morale per
               includere una forma di responsabilità a favore di tutti (diritti umani) e per l’intero
               pianeta  (sostenibilità).  È  importante  notare  che  gli  agenti  del  cambiamento
               morale sono i cittadini e le istituzioni sociali, non lo Stato in sé. Al momento, gli
               stati seguono la morale obsoleta degli interessi nazionali rispetto agli interessi
               globali. Cosa serve affinché gli stati accettino le responsabilità di amministrazione
               fiduciaria per i beni comuni globali?
                  Non  possiamo  aspettarci  che  la  governance  fiduciaria  venga  avviata
               “dall’alto”, cioè dalle Nazioni Unite e dagli Stati firmatari, ma piuttosto da forze
               esterne al sistema, in particolare dalla società civile globale. A tal fine, possiamo
               basarci su molti anni di attivismo e proposte di cambiamento istituzionale. Né
               dobbiamo immaginare che gli Stati siano gli unici responsabili della gestione e del
               controllo  di  istituzioni  fiduciarie  globali  come  l’Organizzazione  mondiale  per
               l’ambiente o il “Global Atmospheric Trust”. Piuttosto, la governance nella forma di
               amministrazione fiduciaria dovrebbe essere vista come uno sforzo congiunto delle
               Nazioni Unite, degli Stati e delle organizzazioni della società civile, ciascuno con
               pari voce in capitolo nel processo decisionale.


               WPS-3-13-ISSN.pdf (ultimo accesso 26 gennaio 2022).
                  15  BARNES, Capitalism 2.0: Who owns the sky? Our common assets and the future of capitalism, 2001,
               Washington, DC: Island Press o COSTANZA, Claim the sky! Solutions, op. cit.
                  16  BOLLIER, ink like a commoner: A short introduction to the life of the commons, Gabriola Island: New
               Society Publishing, 2014; HELFRICH- HAAS, e commons: A new narrative for our time. Berlin: Heinrich
               Böll Stiftung, 2009
                  17  BOSSELMANN, Earth governance: Trusteeship of the global commons. Cheltenham: Edward Elgar,
               2015, 198-232

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