Page 7 - Giovanni Bianco - Stato, Statuto Albertino e Costituzione in senso materiale in Costantino Mortati
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IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
Ed in effetti non potrebbe non risultare altamente erroneo, come pure Enzo
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Cheli ha evidenziato – scrivendo che «a differenza dei giuristi del regime già
attivi alla fine degli anni ’20, non intende rompere gli ormeggi che legano ancora
lo Stato italiano alla tradizione liberale» –, porre Mortati tra i costituzionalisti
“fascistissimi”, quale il suo maestro, insieme a Luigi Rossi, Sergio Panunzio e
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Carlo Costamagna .
Tuttavia, nello scritto del Mortati in considerazione, se l’analisi
costituzionalistica e comparativistica è rigorosa, aggiornata e penetrante, ad
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esempio sul governo parlamentare , la ricostruzione della nuova forma di
governo italiana è del tutto modellata nel formante della dimensione politico-
istituzionale-ideologica del regime fascista.
Quanto al governo parlamentare, di pregio è la disamina sulla dialettica
Parlamento-Governo e sulla posizione del Capo dello Stato. È scritto, infatti, che
«il Parlamento assume la funzione di governo», «diviene il dirigente e il
coordinatore dell’attività di altri poteri», che si è realizzato il «suo allontanamento
dall’attività tecnica legislativa» e «la prevalenza acquistata dalle discussioni di
carattere politico generale»; «gli atti del Capo dell’esecutivo (...) assumono di fatto
il solo valore di anticipazioni, subordinati all’approvazione tacita o espressa del
Parlamento, che diventa il dirigente ed il coordinatore degli altri poteri» .
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Perciò il Capo dello Stato non ha un potere di collaborazione attiva nella direzione
dello Stato, pur essendo titolare del potere di dissoluzione (scioglimento), ma soltanto
12 CHELI, Prefazione, in MORTATI, L’ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano, rist.,
Milano, 2000, III ss., IX-X , che scrive altresì che al contrario dei giuristi di regime «egli è tanto
convinto che questi ormeggi vadano rafforzati che non esita a ritenere comparabile la nuova
esperienza italiana, come “monarchia a premier”, con l’esperienza inglese come “democrazia a
premier” (pag. 182)», che parla anche in precedenza di «terreno tipicamente mortatiano» di
«”accumulazione storica” di istituzioni diversamente stratificate e non sempre conciliabili».
13 CHELI, Prefazione, cit., IX-X: M. FIORAVANTI, Dottrina dello Stato-persona e dottrina della
costituzione. Costantino Mortati e la tradizione giuspubblicistica italiana (Dallo Stato liberale allo Stato fascista
ed oltre), in GALIZIA - GROSSI (a cura di), Il pensiero giuridico di Costantino Mortati, cit., 45 ss., 91 ss.,
114 ss., che riferendosi all’opera del 1931 evidenzia «l’originalità di Mortati, che fa del suo lavoro
qualcosa di ben diverso da una delle molteplici trattazioni della forma di governo dello Stato
fascista» perché «egli si pone consapevolmente tra “tradizione” e “rivoluzione”, non sposando mai
definitivamente le ragioni di una contro quelle dell’altra, e ricercando invece una terza soluzione».
14 CHELI, Prefazione, cit., III ss.; M. FIORAVANTI, Dottrina dello Stato-persona e dottrina della
costituzione. Costantino Mortati e la tradizione giuspubblicistica italiana (Dallo Stato liberale allo Stato fascista
ed oltre), cit., 114 ss., che ben pone in evidenza come a «Mortati appariva del tutto chiaro il fatto che
anche lo Stato liberale, pur dopo molte incertezze e quasi alla fine del suo ciclo storico, era finalmente
riuscito a porre il problema di quel minimo di omogeneità politica senza il quale non può dirsi alcuno
stato nella sua “essenza”, e che non può non corrispondere ad un unico organo supremo, in questo
caso al Parlamento». Peraltro il Fioravanti nota come Mortati sia debitore a Schmitt «a proposito di
concetti come “omogeneità politica” o “organo supremo”», ma rileva puntualmente che «Schmitt fu
per Mortati (…) più uno strumento di critica alla tradizione giuspubblicistica italiana che non una vera
e propria fonte ispiratrice a livello propositivo e ricostruttivo». v. in tema MORTATI, L’ordinamento del
governo nel nuovo diritto pubblico italiano, cit., 29 ss.
15 MORTATI, L’ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano, cit., 33.
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