Page 140 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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CRISTIANE DERANI
1. Mercato e Agricoltura
L’agricoltura e la produzione alimentare cambiano la propria struttura e
dinamica nell’economia mondiale di pari passo con il cambiamento della
produzione globale e della distribuzione delle quote di mercato e delle capacità
produttive tra Stati e aree geografiche. Come fonte di cibo e di energia e come
base per la vita umana, la produzione agricola alimentare fu adattata ai
movimenti migratori urbani del XIX secolo, ma assunse contorni specifici per il
mercato nella seconda metà del XIX secolo. Oggi essa segue l’orientamento della
finanziarizzazione dell’economia, come di solito accade a tutte le attività
economiche .
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Durante il processo di industrializzazione si verificò estensione delle terre
dedicate alla coltivazione che circondavano le città nascenti, soprattutto dopo la
cosiddetta seconda rivoluzione industriale; il commercio di prodotti alimentari
raggiunse il mondo intero e questo fu l’inizio dell’industrializzazione alimentare.
Sotto la spinta della Seconda Guerra Mondiale, il XX secolo ha visto emergere
modi completamente nuovi di produzione e di distribuzione del cibo in tutto il
mondo, che hanno fatto sorgere nuove preoccupazioni riguardo ai lavoratori
rurali, alla conservazione dell’agricoltura, all’urbanizzazione e all’inserimento
nell’industria degli agricoltori, alle controversie tra imprese e tra i sostenitori dei
sussidi o del libero scambio. I flussi commerciali hanno dato una nuova forma al
settore agricolo.
La seconda metà del XX secolo ha visto un grande cambiamento nella
struttura della produzione agricola, soprattutto nei paesi in cui l’agricoltura
consiste in una delle principali fonti di esportazione. Diminuendo il costo unitario
del prodotto, si è tentato di aumentare la meccanizzazione e di ampliare le terre
coltivabili. Tuttavia, la pesante struttura delle grandi proprietà, che offrono poca
occupazione e basse retribuzioni, è stata possibile solo a costo di elevate
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diseconomie di scala, per lo più sovvenzionate dallo Stato .
L’agricoltura è piuttosto sensibile ai cambiamenti nelle relazioni umane poiché
è alla sua base, come supporto, per dar vita a preferenze culturali, per affermare
lo status sociale, per adattarsi ai rapporti di lavoro, alla mobilità e alle forme di
1 HOBSBAWM, The Age of Capital: 1848-1875, Abacus, Londra, 1975
2 I meccanismi di sviluppo della seconda rivoluzione agricola, in un’agricoltura governata dai
prezzi, senza considerare l’efficacia dei doni, «danno origine a svantaggi ed eccessi di ogni sorta e
possono portare anche a veri e propri fallimenti: squilibri dei mercati e fluttuazioni dei prezzi;
disuguaglianze tra aziende agricole e tra regioni, sviluppo ineguale di alcune aziende agricole, crisi,
povertà ed eliminazione per altre; esodo massiccio, abbandono di intere regioni e disoccupazione;
attacchi all’ambiente e alla qualità dei prodotti; degenerazione genetica di alcune specie domestiche
e riduzione della diversità biologica degli ecosistemi, ecc. Ecco perché, durante questa vasta
trasformazione che è stata generalmente incoraggiata dai governi dei paesi sviluppati, questi stessi
governi hanno anche attuato diverse politiche volte a rimuovere la difficoltà, limitando gli svantaggi
ed evitando o correggendo gli eccessi e i fallimenti». MAZOYER - ROUDART, A History of World
Agriculture, 2006, Londra, 18-423
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