Page 4 - Marta Aurino - Il prisma della modernizzazione dei servizi pubblici e giudiziari nella più recente esperienza francese - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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MARTA AURINO
1. Il movimento di open data: la risposta giuridica alle sfide della cybercultura
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Robert Richard dieci anni fa titolava «L’ouverture des données publiques: les risques
d’une bonne idée» (lett.: «l’apertura dei dati pubblici: i rischi di una buona idea»).
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Effettivamente, il movimento di open data – parallelo a quello di open Government
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– una buona idea lo è stata, mettendo d’accordo governi dai colori politici diversi
con i suoi mantra di trasparenza e apertura dell’operato della pubblica
amministrazione. Se l’utopia dell’apertura ha un'eco così positiva tra ideologie
contraddittorie, è perché molti ritengono che abbia la capacità di diventare una
leva per accelerare il ritmo dell'innovazione, alimentando nuove forme di
partecipazione e conoscenza collettiva . Ciononostante, come ogni buona idea,
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non è priva di contraddizioni né di criticità.
Nella seconda metà degli anni Novanta la crescita del web è stupefacente.
Tutto è online. Il traffico web, sino ad allora anarchico e disorganizzato, inizia a
dotarsi di regole destinate a perimetrare la condivisione, a permettere che le
ricerche si effettuino in maniera snella e veloce, mediante parole chiave . La
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cybercultura spopola ovunque e investe anche le amministrazioni pubbliche,
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imponendo rapidamente un cambio di paradigma dei fenomeni di circolazione e
diffusione di informazioni legate all’operato della pubblica amministrazione, i cui
risvolti, ancor prima che economici, hanno interessato il diritto all’accesso
all’informazione (già consacrato in Francia dalla Loi CADA ).
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Il movimento del software libero sviluppatosi in quegli anni, basato sulla libertà
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d’espressione e d’utilizzo, ha così influenzato e forgiato quello degli open data. Ne
è derivata una considerevole moltiplicazione delle base dati che ha coinvolto tutti
i livelli del servizio pubblico, da quelli locali a quelli sovranazionali. Nel 2007
1 R. RICHARD, Position. L’ouverture des données publiques: les risques d’une bonne idée, in Esprit, n°6,
2013, 1.
2 L'espressione “aprire i dati pubblici” può erroneamente far pensare che basti una semplice
decisione amministrativa per rendere accessibili fonti di informazione preesistenti. In realtà, è più
corretto parlare di un processo di apertura. Esso può essere suddiviso in tre fasi: identificazione,
pubblicazione ed estrazione. Si veda, A. COURMONT, De la donnée à la donnée ouverte : les épreuves
d’ouverture des données, in Statistique et société, 3/2017, 19. In Italia, l’espressione è conosciuta sin dal
Codice dell’amministrazione digitale, D. lgs. n°82/2005.
3 La dottrina del governo aperto ambisce a trasparenza, verificabilità e responsabilità delle azioni
del Governo di fronte ai cittadini. Si veda, T. AGNOLONI, Dall’informazione giuridica agli open data
giuridici, in G. PERUGINELLI - M. RAGONA (a cura di), L’informatica giuridica in Italia. Cinquant’anni
di studi, ricerche ed esperienze, Napoli, 2014, 581.
4 F. IBEKWE-SANJUAN - F. PAQUIENSÉGUY, Open, big, collaboration: trois utopies de l’innovation au
XXIe siècle, in Big data, open data: quelles valeurs ? Quels enjeux?, Rabat, 2015, 15.
5 J. BOURGUIGNON, Internet année zero, Parigi, 2021, 15 ss.
6 J. MACEK, Defining Cyberculture, in Cyberspace-Normative Frameworks, 2004, 1.
7 La Loi Commission d’accèes aux documents administratifs del 1978, consacrò la libertà d’accesso ai
documenti amministrativi e alla riutilizzazione delle informazioni pubbliche.
8 Per approfondire questa tematica, si veda M. BERRA, A. R. MEO, Il software libero: la qualità
attraverso la cooperazione, in Quaderni di sociologia, n°23, 2000.
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