Page 22 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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MARILENA RISPOLI FARINA
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dal progetto Unidroit sull’insolvenza delle banche medie e piccole che
costituisce un’importante occasione per progredire verso un modello di
regolamentazione condiviso a livello internazionale.
Per la Banca d’Italia, che ha partecipato alla redazione del progetto, in caso di
crisi, le banche di piccole e medie dimensioni dovrebbero essere in grado di uscire
dal mercato riducendo al massimo gli impatti negativi sull’economia reale e la
dissipazione del valore insito nelle attività aziendali. L’esperienza italiana ha
dimostrato che schemi di liquidazione gestiti da autorità amministrative possono
favorire trasferimenti tempestivi delle attività e delle passività a intermediari in
bonis. Facilitati da interventi dei sistemi di garanzia dei depositi, queste operazioni
potrebbero aiutare a sostenere la conservazione del valore economico dell’attività
e a garantire una maggiore continuità di accesso ai servizi bancari, evitando la
liquidazione atomistica. A sua volta, la conservazione del valore permetterebbe
una miglior tutela degli stakeholders coinvolti nel dissesto dell’intermediario, con
effetti positivi sulla fiducia nell’intero sistema bancario e minori rischi di contagio:
condizioni cruciali per la stabilità finanziaria e macroeconomica.
In particolare, sostiene sempre la Banca D’Italia, l’opera di revisione dell’attuale
sistema dovrebbe tenere in considerazione le specificità degli intermediari, evitando
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soluzioni che possano poi paradossalmente determinare effetti negativi . È nota la
difficoltà che molte banche medio-piccole si troverebbero a fronteggiare per
soddisfare il requisito di un adeguato importo di passività assoggettabili a bail-in
(Minimum Requirement for own funds and Eligible Liabilities, MREL), quando
fosse determinato specularmente a quello a oggi previsto per gli operatori di
maggiori dimensioni. La maggior parte delle banche piccole e medie non è infatti
in grado di collocare sul mercato adeguate quantità di strumenti ammissibili.
Le banche maggiormente legate al territorio sono, del resto, il necessario
completamento finanziario del tessuto imprenditoriale basato su aziende piccole e
medie, che costituisce un punto di forza per molte aree dell’Europa. Ovviamente i
profondi cambiamenti tecnologici in corso richiedono anche per questi intermediari
adeguamenti pronti e importanti, ed è fondamentale che siano garantiti un efficace
presidio dei rischi e trasparenti e solide condizioni di governo societario, in assenza
dei quali non può escludersi il manifestarsi di forti criticità aziendali.
In caso di estensione dell’attuale ambito applicativo della risoluzione, sostiene
ancora la Banca d’Italia, data la composizione della raccolta, l’applicazione anche
alle banche di minori dimensioni del bail-in minimo dell’8 per cento delle
passività totali e dei fondi propri per l’accesso al Fondo di risoluzione potrebbe
comportare elevate probabilità di perdite per i depositanti. L’osservanza dei
principi di uguaglianza sostanziale e di proporzionalità consiglia quindi di
adottare “soluzioni adeguate e coerenti” con le caratteristiche di tali intermediari,
43 Si veda, STUDIO LXXXIV - INSOLVENZA BANCARIA, in https://www.unidroit.org/work-
in-progress/bank-insolvency/.
44 Cosi VISCO, Intervento, cit.
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