Page 25 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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IANUS n. 26-2022                       ISSN 1974-9805





               a catena non facilmente controllabile. Il crollo delle Borse che è seguito ai cedimenti
               bancari ha dimostrato che la mancanza di fiducia in uno o più istituti bancari può
               trasformarsi  in  breve  in  panico.  La  storia  dimostra  che  ogni  crisi  bancaria  è
               caratterizzata dalla corsa agli sportelli per il ritiro dei depositi e degli investimenti.
               Se poi il panico persiste la crisi diventa endemica: “permacrisi”!
                  Vi è da amaramente considerare che la lezione della crisi finanziaria del 2008
               è stata dimenticata. All’epoca si iniziò con una serie di crolli, per prima la Bear
               Sterns, che fu sottovalutata, fino al fallimento di Lehman nel 2008, che innestò
               un processo che dilagò anche in Europa con le conseguenze disastrose ben note.
               La lezione principale che ne scaturì è che è fondamentale tutelare la stabilita
               finanziaria al venir meno della quale ne soffre tutto il sistema economico” .
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                  All’origine del fallimento della SVB può individuarsi un clamoroso errore di
               gestione. La banca presentava un business molto concentrato: raccolta di depositi
               ed erogazione di prestiti ad aziende californiane del settore high-tech, molte delle
               quali nuove start-up. Il bilancio della SVB presentava due particolarità. Dal lato
               del passivo, la raccolta proveniva in larga parte dalle imprese e molti depositi
               eccedevano  il  limite  dei  250  mila  dollari:  non  erano  quindi  coperti
               dall’assicurazione  prevista  per  legge.  Dal  lato  dell’attivo,  la  banca  era  molto
               esposta (per oltre la metà delle sue attività) in titoli a medio-lungo termine e quindi
               assai vulnerabile di fronte a un aumento dei tassi di interesse, poiché se questi
               aumentano, i prezzi dei titoli si riducono. In effetti, l’aumento dei tassi di interesse
               attuato  dalla  Fed  da  un  anno  a  questa  parte,  ha  messo  in  crisi  il  modello  di
               business della SVB, che sembrava basato sull’ipotesi che i tassi rimanessero fermi
               (a livelli molto bassi) all’infinito. Un aumento di 4,5 punti dei tassi di policy ha
               ridotto i prezzi dei titoli in portafoglio e ha messo in allarme i depositanti, che
               sapevano di non essere coperti dalla assicurazione. Ciò ha scatenato il classico
               bank run: la corsa al ritiro dei depositi, che ha fatto precipitare la situazione. Trova
               qui applicazione il modello economico che ha fruttato ai loro autori (Douglas
               Diamond e Philip Dybvig) il premio Nobel per l’economia nello scorso 2022. Per
               sua natura, l’intermediazione bancaria è esposta al rischio di corse agli sportelli,
               che amplificano gli effetti di un evento negativo. C’è da domandarsi come mai
               coloro che avevano la responsabilità di gestire la banca non si fossero resi conto
               che, con il ritorno dell’inflazione e l’inversione della politica monetaria, il mondo
               era  cambiato:  occorreva  alleggerire  l’esposizione  al  rischio  di  tasso  (oltre  a
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               diversificare il modello di business)   .

                  50  Ibidem.
                  51  Si veda l’analisi di BAGLIONI, Crisi bancarie, ci risiamo?, cit.
                  52  A posteriori, molte critiche sono state avanzate al salvataggio, non meritato, in considerazione
               delle scelte del SVB.Si veda  PERRELLA, SVB, ecco perché non meritava il salvataggio: dov’era il  risk
               management?, in Ilsole24ore,14 marzo 2023.
                  Per  GIAVAZZI,  Una  scossa,  tre  lezioni,  in  Corriere  della  sera,  13  marzo,  2023  “Una  simile  crisi
               difficilmente avrebbe potuto prodursi nell’Unione europea per la più attenta regolamentazione cui
               da alcuni anni sono soggette le nostre banche”

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