Page 6 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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MARILENA RISPOLI FARINA
Pochi passaggi significativi nel panorama della complessa storia bancaria degli
States:nel 1782 nasce la Bank of North America a Philadelphia e fino al 1863 la
nascita di una qualunque banca avveniva con una registrazione presso la
Commissione bancaria dello Stato in cui operava. La normativa, tuttavia, in
alcuni Stati era molto labile, non sufficiente a evitare il fallimento delle banche,
le quali emettevano banconote tramite la raccolta di fondi rendendo più probabile
l’ipotesi di una frode. L’obiettivo di eliminare ogni sorta di abuso da parte delle
banche statali portò all’emanazione del National Banking Act del 1936 che istituì
le banche c.d. nazionali, di tipo federale, vigilate dall’Office of the Comptroller of the
Currency che aveva l’obbligo di verificare che le banche nazionali sostenessero le
emissioni di banconote con partecipazione di titoli di stato statunitensi. In
particolare, la legge mirava ad imporre una tassa proibitiva sulle banconote
emesse dalle sole banche di Stato .
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Sotto la presidenza di Woodrow Wilson, nel 1913, fu emanato il Federal Reserve
Act che istituì il Federal Reserve System per garantire la stabilità economica mediante
l’introduzione di una banca centrale in grado di sorvegliare la politica monetaria.
Durante la Grande Depressione degli anni 1930-1933, si verificarono circa 9000
fallimenti bancari con conseguenze dannose per i depositanti. Come risposta alla crisi
finanziaria del 1929, il Congresso degli Stati Uniti d’America varò il Glass-Steagall Act,
che prende il nome dai suoi promotori, il senatore Carter Glass e il deputato Henry
B. Steagall. Venne introdotto la FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), agenzia
indipendente che mira a proteggere i depositi dei clienti in caso di fallimento di una
banca fino a un saldo massimo di 250.000 dollari (pay-off method) e sostiene le banche
in difficoltà cercando potenziali acquirenti disposti ad accollarsene tutti i relativi
rischi (purchase and assumption method). La riforma si incentrò anche sulla netta
separazione tra commercial bank e investment bank ove le prime erano autorizzate a
svolgere esclusivamente classiche attività bancarie e le seconde esclusivamente
attività di investimento (c.d. investment and corporate activities). Pertanto, le banche
commerciali erano impegnate nell’attività di raccolta di fondi e di erogazione di
prestiti in quanto l’attività in titoli (con la sola eccezione dei titoli di Stato) venne
riservata alle banche di investimento. La normativa in essere fu oggetto di numerosi
tentativi di elusione e la Corte Suprema, nel 1988, convalidò l’operato della Federal
Reserve che permise a J.P. Morgan di sottoscrivere obbligazioni e azioni,
riconoscendo tale privilegio anche ad altre holding. Considerato lo scenario
internazionale, era forte l’esigenza di estendere anche alle banche americane la
8 Per un quadro sintetico della strutturazione/frammentazione del sistema bancario
statunitense, con particolare riguardo ai livelli statale/federale e alle rispettive origini storiche, si
veda ROSELLI, La finanza Americana negli anni Ottanta e i Novanta, Instabilità e riforme, Cariplo-Laterza,
Roma-Bari, 1995, 21-36. Una ricostruzione storica della regolamentazione bancaria e finanziaria
degli Usa è contenuta nel saggio di WHITE, Lessons From the History of Bank Examination and
Supervision in the United States,1863-2008, in GIGLIOBIANCO - TONIOLO (a cura di), Financial Market
Regulation in the Wake of Financial Crises: The Historical Experience, in Seminari e convegni, Workshops
and Conference, Banca d’Italia, Roma, 2009, 15-44.
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