Page 9 - Marilena Rispoli Farina - Quali lezioni dalle crisi bancarie di marzo? Crolli, timori e riforme
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IANUS n. 26-2022 ISSN 1974-9805
3. Le crisi bancarie in Italia e l’evoluzione della disciplina nazionale alla luce
della legislazione Europea
Il sistema bancario italiano allo stato non pare destare particolari problemi e
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si può avanzare l’ipotesi che costituisca un apprezzabile precedente di riferimento
per quel che concerne il quadro normativo riservato alla soluzione delle crisi
bancarie. Una speciale disciplina per regolamentare le crisi bancarie in Italia è
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stata introdotta dalla legge bancarie del 1936-38 e dopo più di sessanta anni di
vigenza è stata riconfermata, in linea di sostanziale continuità, dal Testo Unico
Bancario del 1993, (TUB) la cd. “Nuova legge bancaria”, che ha previsto, sulla base
di determinati presupposti, l’applicazione di una procedura di “amministrazione
straordinaria (il cosiddetto “commissariamento”) e di una speciale procedura di
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“liquidazione coatta amministrativa” .
Il quadro così delineato è stato profondamente innovato quando, a seguito
della crisi finanziaria del 2008, prese avvio un ampio processo di riforma a livello
globale e si predispose un nuovo quadro normativo (single rule book) in grado di
rafforzare il settore bancario per evitare shock esterni e rafforzarne la stabilità.
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Prese vita l’Unione bancaria Europea , articolata nei tre Pilastri, un organismo
unico di supervisione bancaria (SSM) un secondo (SRM)di gestione delle crisi, il
terzo, non ancora realizzato, un sistema unico di Garanzia dei depositi (ESIS).
Tassello saliente una disciplina per le crisi bancarie introdotta, a livello europeo,
con la Direttiva UE 2014/59/UE sul risanamento e la risoluzione degli enti
bancario globale solido, sostenuto da un’effettiva governance, pratiche di gestione del rischio, forte vigilanza e una
cooperazione internazionale” [https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/03/23/comitato-basilea-
impariamo-la-lezione-dalla-crisi-banche_8cde3ef0-786d-4b84-8655-dadd801d531f.html.
16 "Le banche italiane stanno bene, le banche europee anche, e le turbolenze che abbiamo visto
sono più legate a un modello di business di alcune banche ma ci possono essere effetti di contagio
per altre ragioni che per noi sono difficili da comprendere". Così ha dichiarato il Governatore della
Banca d'Italia Ignazio Visco a margine degli incontri di primavera di Fmi e Banca Mondiale. “In
Italia la posizione di capitale è solida, la liquidità è sufficiente e la redditività è buona. Allo stesso
tempo le banche hanno fatto molti progressi sugli npl, c’è stato anche uno sforzo per migliorare il
mercato dei crediti deteriorati". Si veda (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus), Roma, 13 aprile 2023.
17 “Le condizioni del sistema bancario italiano sono complessivamente buone. La qualità degli
attivi non mostra segnali di peggioramento e la redditività è migliorata, favorita dall'aumento del
margine di interesse. Pur in presenza di una riduzione della raccolta e di una ricomposizione dei
depositi della clientela, il profilo di liquidità si mantiene equilibrato sia sulle scadenze a breve sia in un
orizzonte di medio periodo; la disponibilità di attività stanziabili per operazioni di rifinanziamento
presso l'Eurosistema resta ampia”. Si veda Rapporto sulla stabilità finaziaria, BANCA D’ITALIA,
Eurosistema, n.1-2023.
18 Per la formazione della legge bancaria del 1936 si veda PORZIO, (a cura di) La legge bancaria. Note
e documenti sulla sua storia segreta, Bologna, 1981; ID., Le imprese bancarie, Torino, 2007, 11 ss.; RISPOLI
FARINA, L’evoluzione storica della vigilanza bancaria in Italia, in Innovazione e diritto, 2014, 1, 75 ss.
19 Per i profili di continuità tra i due plessi normativi, si veda MINERVINI, Il vino vecchio negli otri
nuovi, in RISPOLI FARINA (a cura di) La nuova legge bancaria, Napoli, 1995, 3 ss.
20 Si veda SORACE, I “pilastri” dell’unione bancaria, in CHITI - SANTORO (a cura di), L’Unione
bancaria europea, Pisa, 2016, 91 ss.
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