Page 5 - Federico Picco - La (difficile) quotazione in borsa delle imprese intangibili. Criticità e impatti sui mercati dei capitali
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IANUS n. 27-2023                       ISSN 1974-9805





               evidenziano come questa tipologia di imprese incontri molteplici limiti anche nel
               ricorso all’equity capital. Tra i tanti,  HASKEL e WESTLAKE richiamano alcune
               caratteristiche delle “imprese intangibili”:
                     • l’esistenza di elevati spillover effects che, se da un lato possono portare benefici
               al sistema economico, dall’altro spingono i manager/azionisti alla riservatezza sugli
               investimenti maggiormente innovativi per tutelare i vantaggi competitivi raggiunti;
                     • l’inadeguatezza dei principi contabili alla valorizzazione degli intangibles
               (in particolare per l’approccio prudenziale della rendicontazione contabile) .
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                  Questi  due  aspetti  si  combinano  determinando  flussi  informativi  di  dette
               imprese  insufficienti  e  qualitativamente  carenti,  ostacolandone  la  raccolta  di
               capitale di rischio. Ciò, in particolare, riguarderebbe i processi di quotazione su
               public markets. Da un lato, infatti, gli stringenti obblighi di disclosure richiesti sui
               mercati  regolamentati  confliggerebbero  con  la  richiamata  tendenza  alla
               riservatezza. Dall’altro, la ancora presente “miopia” valutativa della borsa, ossia
               la preferenza per risultati di breve termine, penalizzerebbe le realtà con maggiori
               investimenti intangibili per definizione non redditizi nell’immediato .
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                  Diverse analisi empiriche dimostrano che una maggiore concentrazione degli
               assetti proprietari dell’azienda (esistenza di azionisti “di riferimento” con una
               visione  di  lungo  termine)  e  la  presenza  nel  capitale  di  investitori  istituzionali
               dotati di maggiori competenze specifiche, favorirebbero gli investimenti in ricerca
               e sviluppo e, in generale, la piena valorizzazione degli intangibles .
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                  Queste considerazioni sembrano convincenti argomenti a supporto della tesi
               che vede nell’equity financing di tipo “privato” (venture capital e private equity) la
               fonte di finanziamento d’elezione per gli investimenti in asset immateriali.


               2. Tendenze evolutive nei mercati dei capitali

                  2.1. Il declino della borsa

                  Una volta argomentata la presenza di una tensione tra finanziamento degli asset
               intangibili e quotazione in borsa, ci si può quindi domandare quali siano i suoi
               effetti sullo sviluppo del sistema economico, ed in particolare sui cambiamenti a cui
               stiamo assistendo, da almeno due decenni, nei mercati dei capitali.
                  L’OCSE testimonia come la Borsa sia divenuta un canale di finanziamento
               sempre meno attivo ed attraente: dal 2005 al 2019 circa 30.000 società  quotate
                                                                                  4
               hanno proceduto ad un delisting, principalmente in Europa (8.000 casi) e, aspetto


                  1  HASKEL - WESTLAKE, Capitalismo senza capitale. L’ascesa dell’economia intangibile, trad. it., Milano, 2018.
                  2  Ivi, 219 ss.
                  3  Cfr. A. EDMANS, Does the stock market fully value intangibles?  Employee satisfaction and equity prices, in 101 J.
               Financ. Econ., 2011, 621 ss.; ID., Blockholders and Corporate Governance, in 6 Annual Rev. Financ. Econ., 2014, 23 ss.
                  4  Per capire la portata del fenomeno, si consideri che il numero complessivo delle società quotate
               oggi,  a  livello  globale,  è  circa  40  mila  (dati  OCSE,  riferiti  solo  a  società  quotate  su  mercati
               regolamentati).
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