Page 7 - Cristiane Derani - Consumo energetico e produzione alimentare sostenibili nel diritto internazionale
P. 7
IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
di biomassa per la produzione di energia fa parte delle iniziative in ambito
agricolo, i paesi con più terreni disponibili e con un settore industriale e dei servizi
debole saranno sicuramente indotti ad abbracciare questa iniziativa soprattutto
perché gran parte del capitale investito consiste in beni pubblici, ossia un grande
vantaggio per i profitti privati. Il presupposto “naturale” di una quota delle
esportazioni di tali beni e il riconoscimento di valore basato sul capitale libero
altera e ribalta l’idea secondo la quale il libero scambio dovrebbe consistere nella
libertà di scelta e nella concorrenza leale che di tale libertà è conseguenza.
Qui inizia la seconda barriera, quella ecologica. L’appropriazione
sproporzionata dei cosiddetti beni pubblici ha portato alla diminuzione del suolo
fertile, alla perdita di biodiversità, al cambiamento climatico con siccità e pioggia
estreme. Inoltre, la concentrazione della produzione di cibo e biomassa al fine di
produrne a sufficienza per tutti gli abitanti del globo è un processo e una
produzione ad alto consumo energetico. In altre parole, nonostante gli svantaggi
economici e l’uso intensivo dei sistemi ecologici, la scelta di questa rete
globalizzata di produzione e commercio di cibo e biomassa è di per sé
completamente inefficiente in termini di impiego energetico. E questo è proprio
quello su cui si focalizza questo articolo.
2. La capacità di produzione
Comprendere i problemi ambientali, anche a un livello semplice, richiede una
certa comprensione dei concetti e dei metodi utilizzati da discipline diverse dal
diritto. A sua volta, il diritto si forma sulla base dei risultati della ricerca in questi
diversi campi dal momento che regolamentazione giuridica e le altre attività di
rilevanza giuridica (ad esempio, la definizione di standard, l’applicazione della
legge, l’avvio dell’azione penale) sono supportate e legittimate dal lavoro di
biologi, chimici, economisti e ingegneri. Il diritto ambientale, oltretutto, si fonda
anche su presupposti culturali, le cui fonti - filosofie, cultura popolare, teorie
ecologiche - sono diverse e talvolta oscure, ma probabilmente non meno influenti
di quelle dei settori scientifici più tradizionali .
5
A tal fine, è necessario iniziare dalla comprensione del processo di costruzione
dell’attuale sistema produttivo e di commercio delle materie prime agricole per
poi passare ad analizzare i flussi energetici all’interno del processo produttivo. La
riflessione sull’andamento delle fonti energetiche si basa sul fermo presupposto
che sia necessario considerare in concreto cosa viene effettivamente offerto e quali
sono le conseguenze dell’appropriazione degli elementi offerti. Anche in
un’epoca in cui la tecnoscienza regna sovrana colonizzando gli spazi mentali, gli
esseri umani non si allontanano dagli elementi fondamentali della loro esistenza:
ci si appropria delle fonti della vita, non si producono.
5 HOLDER-LEE, Environmental Protection, Law and Policy, Second Edition, Cambridge, 2007
141