Page 150 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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CRISTIANE DERANI
risorse naturali. Per alleviare queste conseguenze vengono creati altri miti: il mito
secondo cui gli esseri umani possono sempre trovare nuove fonti di energia e
risorse e nuovi modi per sfruttarle a proprio vantaggio .
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Questi miti sono supportati da un altro mito, quello dell’“homo economicus”,
che si ritiene sia guidato dalla ricerca della massimizzazione del profitto e sia
ispirato dalla possibilità di continui guadagni economici che ricava dalle sue
attività. L’interesse umano per i profitti è senza dubbio un aspetto di una realtà
multiforme e complessa, ma è necessario accettare il limite del pensiero
unidimensionale affinché le politiche e gli standard non si basino esclusivamente
su queste concezioni.
La fondatezza di tali miti è spiegata dalla storia. Dopotutto, gli anni tra le due
guerre hanno dimostrato come il nazionalismo abbinato al protezionismo possa
distruggere l’economia mondiale e alimentare i conflitti armati. La reazione
all’autoritarismo nazionalista fu la teoria altrettanto autoritaria del liberalismo.
Entrambi prevedono l’indebolimento delle divergenze e ignorano le alternative
meno radicali. Tuttavia, la virtù “risiede ancora nel mezzo” e questo è ancora un
presupposto etico e una ricetta più equilibrata per la costruzione della convivenza
tra gli esseri umani. Esiste una contraddizione tra la motivazione e l’azione in un
mondo globalizzato. Da una parte, c’è la convinzione che l’individuo persegua la
soddisfazione di interessi egoistici per motivare la propria azione. Quest’ultima,
d’altra parte, consiste in una pluralità di relazioni collettive interdipendenti e
considerazioni complesse che non si limitano al mero trasferimento di diritti di
proprietà tra privati. Non bisogna dimenticare che anche l’ambiente in cui opera
il mercato contribuisce ad integrare la società; le culture, gli Stati e il suo
orientamento economico devono essere compatibili con le responsabilità che
emergono da questa attitudine cosmopolita. L’ambiente in cui opera il mercato è
molto più di un semplice contesto in cui avviene lo scambio di interessi
individuali.
Il mercato è uno spazio sociale e qualsiasi cambiamento volto a favorirlo
richiede un impegno collettivo. In questa visione più ampia, i miti dovrebbero
essere abbandonati e si dovrebbero intraprendere azioni che vadano oltre il
dogma liberale. La scelta di intraprendere un percorso che tuteli la vita, miri a
preservare i beni comuni e sia spinto da una reale preoccupazione per l’umanità
a causa del depauperamento energetico e al degrado ambientale, richiede un
mercato attento a tutti i processi di produzione dei beni, anziché semplicemente
alla quantità dei beni prodotti. Sebbene apparentemente distanti, le
considerazioni sull’idea liberale di costruire sia un mercato mondiale che la
sostenibilità energetica, non sono solo interconnesse, ma interdipendenti .
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15 GEORGESCU-ROEGEN, O Decrescimento: Entropia, Ecologia, Economia, op. cit
16 Anche la Banca Mondiale ha affermato che: “Ending poverty and ensuring sustainability are the
defining challenges of our time. Energy is central to both of them”. Sustainable Energy for All, “Setting a
Vision in Motion” (settembre 2011).
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