Page 172 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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ALESSANDRO PELIZZON
termine “persona’ fu usato come una metafora trasposta dal linguaggio teatrale alla
terminologia giuridica. La distinzione tra un romano e un cives romano era che
quest'ultimo era considerato una persona: in altre parole, era una “persona
giuridica”, come se la legge gli avesse assegnato il ruolo che doveva svolgere sulla
scena pubblica, una condizione che permettesse alla sua voce di “risuonare” sulla
scena pubblica. Senza la sua persona ci sarebbe stato un individuo senza diritti e
doveri, forse un “uomo naturale” – ossia un essere umano o homo nel senso
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originario del termine, politicamente irrilevante .
In questo senso, come sostiene Jeanne Gaecker, la personalità giuridica,
sebbene conferita ad ogni essere umano al momento della nascita in tutti i sistemi
giuridici occidentali, è una finzione giuridica senza la quale gli esseri umani
sarebbero solo individui, o addirittura “non-persone” nel senso descritto da
Orwell, completamente inesistenti in termini legali e naturalmente senza nulla di
paragonabile a una serie di diritti umani. Tali individui verrebbero trattati come
oggetti, come è avvenuto per gli schiavi, le donne ed i bambini nell’antica Grecia
e in epoca romana, e anche in tempi più recenti nella civiltà occidentale, e come
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è ancora il caso per quanto riguarda gli animali . Il significato originale della
personalità è quindi intrinsecamente legale, e solo successivamente, attraverso la
definizione di persona di Boezio come rationalis naturae individua substantia e
successivamente l’affermazione di Tommaso d’Aquino che vera persona est rei
rationabilis individua substantia, il concetto fu esteso fino a comprendere l’individuo
sottostante nella sua totalità, come definito da Locke.
Inoltre, la codificazione del diritto romano voluta dall’imperatore Giustiniano
nel VI secolo d.C., all’interno del Corpus Iuris Civilis, prevedeva la divisione
tripartita dei libri di diritto privato in personae, res e actiones . Tale divisione, che
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49 “The distinction between a private individual in Rome and a Roman citizen was that the latter had a
persona, a legal personality, as we would say; it was as though the law had affixed to him the part he was
expected to play on the public scene, with the provision, however, that his own voice would be able to sound
through. The point was that “it is not the natural Ego which enters a court of law. It is a right-and-duty-bearing
person, created by the law, which appears before the law.” Without his persona, there would be an individual
without rights and duties, perhaps a “natural man” – that is, a human being or homo in the original meaning
of the word, indicating someone outside the range of the law and the body politic of the citizens, as for instance
a slave – but certainly a politically irrelevant being”, ARENDT, On Revolution, New York: Penguin, 1976,
106-7. In originale: «obviously has two functions: it had to hide, or rather to replace, the actor’s own face and
countenance, but in a way that would make it possible for the voice to sound through. At any rate, it was in this
twofold understanding of a mask through which a voice sounds that the word persona became a metaphor and was
carried from the language of the theatre into legal terminology».
50 GAECKER, “Sua cuique persona?” A Note on the Fiction of Legal Personhood and a Reflection on
Interdisciplinary Consequences, 288. In originale: «legal personhood, while bestowed on the human person at
birth in the Western legal systems as we know them, is itself a fiction precisely because it is a creation, i.e., a
construction of law … we would “merely” be individuals, or even “unpersons” in the Orwellian sense, thought to
have never existed in terms of the law and obviously without anything resembling a human right … such individuals
would be treated as objects, as was the case with slaves, women, and children in ancient Greece and Rome and
even in less ancient times in Western civilization, and as still is the case with animals».
51 La divisione è spesso attribuita al giurista romano Gaio, nel II secolo d.C..
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