Page 170 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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ALESSANDRO PELIZZON





               da  realizzare)  nella  Dichiarazione  delle  Nazioni  Unite  sui  Diritti  dei  Popoli
               Indigeni entro i nuovi parametri ontologici.
                  Il rischio del colonialismo ambientale, o, come lo definisce Michael Cepek,
               “environmentality” 39  –  il  rischio  che  programmi  e  movimenti  ambientalisti
                                                                        40
               funzionino come forme Foucauldiane di “governmentality” – è stato presente
               sin dall’inizio del movimento per i diritti della Natura, e le parole di avvertimento
               di  Marshall  sono un  utile  promemoria della  sua continua  presenza.  Tuttavia,
               contrariamente alla cautela di Marshall, James Morris e Jacinta Ruru avevano
               già  ipotizzato,  nel  2010,  il  possibile  uso  della  personalità  giuridica  come
               strumento  strategico per rafforzare  il rapporto delle  popolazioni  Indigene  con
               l’acqua e i corsi d’acqua. La loro tesi è stata pienamente confermata, sette anni
               dopo, dal Te Awa Tupua Act, presentando così un discorso più sfumato e meno
               dicotomico sull’emergere della personalità giuridica delle componenti naturali,
               coinvolgendo scambi tra partecipanti Indigeni e coloniali, come menzionato nella
               sezione precedente. Come dimostrato, il movimento per la giustizia climatica e
               ambientale deve essere consapevole delle molteplici e complesse questioni che
               circondano l’estensione della personalità al mondo non umano, poiché il rischio
               di un colonialismo normativo rimane sempre presente.
                  Infine,  il  terreno  poco  chiaro  e  incerto  occupato  dall’attribuzione  della
               personalità giuridica alla Natura e agli elementi naturali viene spesso confuso
               sullo sfondo di un’evoluzione storica, ma spesso ignorata, del concetto stesso di
               personalità  giuridica,  che  richiede  ulteriori  chiarimenti  per  far  evolvere  la
               discussione.  Cos’è  infatti  una  “persona”?  Ngaire  Naffine  afferma  che  il
               riconoscimento  della  personalità  giuridica  di  un’entità  è  un  atto  politico
               fondamentale . Questa netta divisione tra persone giuridiche e non persone è
                            41
               ulteriormente complicata dall’equazione lockiana della “persona” con il “sé” ,
                                                                                        42
               così come dalla definizione kantiana di una persona come soggetto le cui azioni sono
                                          43
               suscettibili  di  essere  condannate .  È  per  questo  motivo  che  Edward  Mussawir  e
               Connall Parsley suggeriscono che la dottrina contemporanea sulla personalità
               giuridica sia dipendente da un’immagine naturalizzata dell’essere umano, al cui





                  39  CEPEK, Foucault in the forest: Questioning environmentality in Amazonia, in American Ethologist, 38(3), 2011,
               501.
                  40   PELIZZON,  Earth  Laws,  Rights  of  Nature,  and  Legal  Pluralism,  34.  In  originale:  «the  risk  that
               environmentalist programs and movements operate as forms of governmentality in a Foucauldian sense».
                  41  NAFFINE, Who are Law’s Persons? From Cheshire Cats to Responsible Subjects, in Modern Law Review,
               66(3), 2003, 347. In originale: «[p]erhaps the greatest political act of law is the making of a legal person (simply put,
               he who can act in law) and, in the same move, the making of legal non-persons (those who cannot act in law and
               who are generally thought of as property)».
                  42  In questo contesto, per Locke, una persona è “un essere pensante intelligente, che ha ragione
               e riflessione, e può considerarsi come se stesso, la stessa cosa pensante in tempi e luoghi diversi”.
                  43  KANT, Foundations of the Metaphysics of Morals, Bobbs-Merrill, 1959, 24. In originale: «the subject whose
               actions are susceptible to imputation».

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