Page 6 - Cesare Borgia - Il lato oscuro della digitalizzazione. I comportamenti fiscali scorretti posti in essere dalle imprese digitali - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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CESARE BORGIA
Proprio l’immaterialità che connota l’economia digitale, nelle sue multiformi
espressioni, “rende inadeguati i tradizionali criteri di riparto del potere impositivo,
accettati ed impiegati dagli Stati (e recepiti nelle convenzioni): residenza vs. fonte” .
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Le imprese del web producono ricavi nel mercato “globale” evidentemente
senza alcuna necessità di avere una sede fissa di affari, materiale o personale, negli
Stati in cui di fatto sviluppano il loro mercato.
Ne deriva che gli Stati, non riuscendo non solo ad esercitare pienamente il loro
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potere impositivo , ma neppure a mappare i nuovi fenomeni fiscali , subiscono
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ingenti perdite di gettito , dovute soprattutto alla messa in atto da parte di queste
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imprese di una precisa e pianificata allocazione degli “intangible assets”, prodotti
oltre a tutto di facile occultamento, e dei relativi redditi in Paesi a fiscalità
privilegiata.
Le economie, sempre più aperte, se certamente hanno agevolato le imprese
“tradizionali” consentendo la mobilità, quasi perfetta, dei capitali tra i diversi Paesi,
al tempo stesso, però, ancor di più hanno permesso alle c.d. digital enterprises di
muoversi liberamente, abbassando, e talvolta azzerando, il proprio onere fiscale.
Come è stato evidenziato in dottrina, si è creato una sorta di limbo, di spazio
intermedio rispetto ai territori statali, “contraddistinto dall’assenza della sovranità
statale, nel quale galleggia una nuova tipologia di super-contribuenti disancorati dai
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territori statali” .
ss.; SCIANCALEPORE, Is the EU heading towards an “ad interim” “Web Tax”?, in Dir. e prat. trib. int.,
2020, 2, 603 ss.
12 CARINCI, op. cit., 4507. Sulla tematica, si veda anche SALVINI, La strategia anti-BEPS
nell’economia digitale: la revisione del criterio di collegamento, in Rass. trib., 2017, 768 ss.
Più di recente, uno studio molto approfondito dei criteri di collegamento territoriale ai fini
dell’imposizione del reddito d’impresa, con particolare riguardo alle multinazionali, è stato svolto
da FARRI, Il tramonto del binomio “residenza-stabile organizzazione” come criterio di collegamento territoriale
per i redditi delle imprese multinazionali, in Dir. prat. trib. int., n. 2/2022, 517 ss.
13 Sul tema, si veda ampiamente MARINELLO, Sovranità dello Stato e global minimum tax, Pacini
Giuridica, 2023. L’Autore dà conto dei più recenti sviluppi del dibattito relativo alla tassazione delle
multinazionali, ragionando sulle implicazioni che potranno derivarne rispetto all’estensione e al
concreto esercizio della sovranità tributaria dello Stato. Si veda, in particolare, il Capitolo III
intitolato “Arretramento e rarefazione della sovranità tributaria dello Stato. I fattori di crisi della sovranità
nell’età della globalizzazione” (p. 116 ss.).
14 Sul progressivo arretramento del ruolo dei territori, fino a giungere al completo sganciamento
della produzione del reddito dai territori, si veda – anche perché è importante inquadrare il
fenomeno anche a livello storico – la ricostruzione di CARPENTIERI, op. cit., 361 ss. Della stessa
Autrice, si veda anche La deriva dei territori e le nuove vie per il coordinamento della tassazione societaria,
in Riv. trim. dir. trib., 2022, in particolare 8 ss.
15 Per approfondire, si vedano GAFFURI, Studio sulla funzione e sul concetto di stabile organizzazione
nelle imposte sul reddito, Torino, 2021, in particolare 430 ss.; FIORENTINO, Stabile organizzazione virtuale
“versus” presenza digitale significativa, in Dir. proc. trib., 2019, 129 ss.
16 CARPENTIERI, op. cit., 362. Per approfondire, si veda anche CORDEIRO GUERRA, Il caso Netflix,
la tassazione dell’economia digitale tra habeas corpus e significativa presenza virtuale, in Rass. trib., 2022, 3,
612 ss., ove l’Autore puntualmente spiega l’evidente stallo nella costruzione di un sistema idoneo a
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