Page 13 - Marzia Gaia Marzano - Intelligenza artificiale e decisione penale: quali gli scenari possibili? - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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IANUS - Quaderni 2023                                        ISSN 1974-9805




                  Ma vi è di più. La complessità dei moderni sistemi di IA, unitamente alla
               capacità di cui questi sono dotati di accedere autonomamente ai dati conoscitivi
               e di processarli, rende spesso difficile anche a chi li detiene la comprensione delle
               ragioni  che  hanno  indotto  la  macchina  ad  emettere  un  determinato  output,
               rendendo in concreto imprevedibili e difficilmente spiegabili le decisioni da questa
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               fornite .
                  In  altri  termini,  la  complessità  del  linguaggio  informatico  proprio  degli
               algoritmi genera quello che è stato definito «un analfabetismo di ritorno», atteso
               che relega il giurista a un mero fruitore ignorante di un linguaggio di cui gli è
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               preclusa la possibilità di apprendere la grammatica e la sintassi .
                  La difficoltà di confutare i risultati cui perviene l’algoritmo porta con sé anche
               il rischio di aggravare il fenomeno del c.d. “effetto gregge” .
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                  Già attualmente, infatti, soprattutto tra i giudici di merito, vi è la tendenza
               a replicare le decisioni prese in casi analoghi sulla scorta di una valutazione
               che  tiene  conto,  non  solo  dell’autorevolezza  e  della  correttezza  logico
               argomentativa del precedente reperito, ma anche del numero di sentenze che
               recepiscono – in modo più o meno pertinente rispetto al caso concreto  – il
               medesimo principio di diritto. Ciò è dovuto ad una serie di concause: in primis,
               l’elevato  carico  di  lavoro  presente  in  primo  grado  ed  in  appello  rende
               impossibile  uno  studio  approfondito  di  tutti  i  casi  da  decidere,  con  la
               conseguenza che l’attenzione è destinata a concentrarsi sui processi ritenuti
               più “difficili” . In secondo luogo, la tendenza a seguire le decisioni già prese
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               dalla maggioranza è incentivata dalla parziale “deresponsabilizzazione” che
               questa  comporta,  atteso  che  il  magistrato  il  quale  aderisce  (a  volte
               acriticamente)  agli  orientamenti  maggioritari  non  sarà  etichettato  come  la
               “pecora nera”  dai suoi colleghi (i quali, peraltro, potrebbero essere chiamati
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               a  valutarne  l’operato)  e,  allo  stesso  tempo,  potrà  condividere  con  l’intera
               categoria il peso delle (sempre più frequenti) critiche provenienti dall’opinione
               pubblica.
                  Nel contesto appena delineato, è ragionevole desumere che l’introduzione di
               strumenti di predizione decisoria quale ausilio sia per i giudici che per le parti del
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               processo spinga inconsapevolmente verso un conformismo generalizzato , oltre

               QUATTROCOLO, Equo processo penale, cit., pp. 273 e ss.
                  33   Si  occupa  del  problema  della  black  box  anche:  CASONATO, Intelligenza  artificiale  e  giustizia:
               potenzialità e rischi, in DPCE Online, 3, 2020, pp. 3369 e ss. (spec. pp. 3376 e ss.).
                  34  GARAPON, LASSÈGUE, Justice digitale, cit., p. 202.
                  35  Ibidem, pp. 184 e ss. Si occupa del fenomeno dell’effetto gregge e dell’amplificazione che lo
               stesso avrebbe qualora venissero introdotti strumenti di IA quale ausilio all’attività delle parti del
               processo penale anche: DI GIOVINE, Il Judge-Bot, cit., pp. 959 e ss.
                  36  Prendendo le mosse (anche) da questa premessa DI GIOVINE, Il Judge-Bot, cit. introduce la
               distinzione tra casi “facili” e “difficili” e si interroga in ordine alla possibilità di utilizzare l’IA in
               fase decisoria come ausilio per la decisione di casi “facili”.
                  37  GARAPON, LASSEGUE, Justice digitale, cit., p. 214.
                  38  Ibidem p. 176, ove l’Autore afferma che «la logica predittiva genera un sapere sempre più


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