Page 6 - Marzia Gaia Marzano - Intelligenza artificiale e decisione penale: quali gli scenari possibili? - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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MARZIA GAIA MARZANO





                  Poiché non vi è unanimità di vedute in ordine alla definizione di IA all’interno
               della  comunità  scientifica,  si  cercherà  di  spiegare  sommariamente  il  modo
               attraverso cui tali tecnologie operano.
                  I “primi” tipi di SIE - che hanno rappresentato il punto di partenza per lo
               sviluppo  dei  moderni  sistemi  di  IA  -  partendo  da  una  “base  di  conoscenza”
               rappresentata da un insieme di fatti, regole e relazioni riguardanti uno specifico
               settore di interesse tradotti in linguaggio informatico, attraverso un insieme di
               operazioni  matematiche  (algoritmi),  elaboravano  le  informazioni  restituendo
               degli output che soddisfacevano un preassegnato insieme di requisiti.
                  Prima della diffusione dell’IA, l’efficacia e l’attendibilità dei risultati raggiunti
               dipendeva,  per  un  verso,  dalla  qualità  e  dalla  completezza  della  “base  di
               conoscenza”,  per  altro,  dalla  competenza  e  dalla  disponibilità  degli  ingegneri
               informatici ad immettere nel sistema i nuovi dati raccolti e a correggere eventuali
               errori di programmazione degli algoritmi .
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                  La moltiplicazione delle fonti in grado di rilevare i dati (che costituiscono la
               “base  di  conoscenza”  dei  SIE)  e  la  diffusione  di  sistemi  di  cloud  (che  ne
               consentono  l’elaborazione  e  l’archiviazione  in  rete)  hanno  gradualmente
               permesso  di  migliorare  l’affidabilità  delle  correlazioni  individuate  dagli
               elaboratori, le quali, come noto, dipendono dalla quantità di dati a disposizione
               del sistema (oltre che dalla loro qualità). Parallelamente, sono stati sviluppati
               sistemi  di  machine  learning  che  consentono  alle  macchine  di  accedere
               autonomamente ai dati conoscitivi e di processarli con la conseguenza che, oggi,
               queste sono in grado di individuare correlazioni e di dedurre regole senza che il
               programmatore  sia  di  volta  in  volta  chiamato  a  dover  aggiornare  i  dati  e  le
               formule matematiche degli algoritmi .
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                  In sostanza, i moderni sistemi funzionano in virtù di uno schema analogico
               basato su associazioni deboli di dati, che in un certo senso riproduce il modo di
               apprendere  dell’uomo  e  che  spesso  viene  realizzato  tramite  l’impiego  di  reti
               neurali artificiali, cioè programmi ispirati da ipotetici principi organizzativi del
               cervello umano (c.d. deep learning) .
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                  6  Cfr. in tal senso: KAPLAN, Intelligenza artificiale, cit., pp. 50-51.
                  7  Sul funzionamento dei sistemi di machine learning si vedano: KAPLAN, op. cit., pp. 56 e ss. e
               MAGRO, Decisione  umana  e  decisione  robotica.  Un’ipotesi  di  responsabilità  da  decisione  robotica,  in  La
               legislazione penale, 10 maggio 2020, p. 2. Per un maggiore approfondimento:  CARROZZA, ODDO,
               ORIVIETO, DI MININ, MONTEMAGNI, AI: profili tecnologici. Automazione e Autonomia: dalla definizione
               alle possibili applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, in BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto, 3, 2019, p.
               243 i quali precisano che gli algoritmi e i sistemi di dati alla base del machine learning si dividono in
               due  categorie:  gli  algoritmi  supervised  nei  quali  il  fattore  umano  entra  in  gioco  fornendo  una
               interpretazione nei dati o nelle regole dell’algoritmo di addestramento che influenza l’output finale
               e quelli unsupervised nei quali, invece, i dati e le correlazioni sono estratti in maniera automatica dal
               sistema che poi procede a processarli.
                  8  Come è efficacemente osservato da KAPLAN, Intelligenza artificiale, cit., p. 62 poiché il modo in
               cui effettivamente funziona il cervello umano non è del tutto pacifico, è bene definire i programmi
               informatici  che  funzionano  sulla  base  di  reti  neurali  artificiali  come  «imitatori  incredibilmente


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