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IANUS - Quaderni 2023 ISSN 1974-9805
almeno al 10%. I Paesi-mercato potranno tassare con l’aliquota nazionale il 25%
dei profitti (esclusa una prima soglia del 10%). L’OCSE calcola che saranno
spostati più di 125 miliardi di euro di profitti ogni anno verso i Paesi-mercato.
In ogni caso, quali che siano le stime dell’OCSE, un dato certo è che la
redistribuzione presso le market jurisdictions riguarda un numero ristretto di
soggetti ed una quota decisamente minoritaria dei loro guadagni.
Il secondo pilastro (c.d. Pillar Two), invece, concerne i gruppi multinazionali
con più di 750 milioni di euro di ricavi annuali. Nei loro confronti è prevista
l’applicazione da parte dello Stato di residenza della capogruppo di una
tassazione tale da garantire una aliquota minima effettiva del 15% sui proventi
derivanti dalle attività svolte dal gruppo .
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Lo scopo non è quello di eliminare la concorrenza fiscale, ma di porre dei limiti
alla concorrenza al ribasso sulle aliquote. Grazie a questa soglia saranno raccolti
circa 130 miliardi di euro di gettito in più all’anno. Per l’Italia in arrivo 2,7
miliardi in più, secondo le stime dell’Osservatorio fiscale Ue.
La soluzione a due pilastri mira, dunque, a garantire una distribuzione più
equa dei profitti e dei diritti di tassazione tra i Paesi per quanto riguarda le più
grandi multinazionali.
Ulteriori benefici potranno derivare dalla stabilizzazione del sistema fiscale
internazionale e dalla maggiore certezza fiscale per i contribuenti e le
amministrazioni fiscali.
Allo stato attuale, l’implementazione delle misure, in un primo momento
prevista per il 2023, poi differita al primo giorno del mese di gennaio 2024,
dovrebbe in realtà entrare in vigore soltanto nel 2025.
Per facilitarne il recepimento è stato pubblicato il Commentario OCSE alle
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Model Rules ed avviata una pubblica consultazione.
Tuttavia, ad oggi manca l’intesa sui dettagli tecnici, ragion per la quale l’Ocse
ha rinviato le scadenze di un anno.
Più nello specifico, l’accordo sulla definizione del trattato multilaterale alla base
del primo pilastro per la tassazione dei giganti del digitale, contenuto nella riforma
del fisco internazionale approvata nell’ottobre del 2021, è ancora in sospeso.
Come è stato notato, nel mese di luglio 2023, 138 membri dell’Inclusive
framework dell’Ocse/G20 sull’erosione della base imponibile e il trasferimento
degli utili (BEPS) hanno accettato di posticipare l’applicazione di nuove imposte
sui servizi digitali di un altro anno al fine di concludere i negoziati sul primo
47 CORDEIRO GUERRA, op. cit., in cui l’Autore spiega che, ove nelle varie giurisdizioni dalle quali
provengono i profitti la tassazione sia stata inferiore a tale minimo, la differenza sarà prelevata a
carico della casa madre, “così tendenzialmente disinnescando l’interesse ad allocare in Paesi a bassa fiscalità
gli intangibles o le attività immateriali produttive di reddito”. Aggiungendo anche che la misura dovrebbe,
peraltro, indurre gli Stati a bassa fiscalità ad innalzare le loro aliquote sino alla soglia del 15%, che
comunque verrebbe prelevata nello Stato di residenza della casa madre.
48 Si fa riferimento al Commentary to the Global AntiBase Erosion Model Rules (Pillar Two) del 14
marzo 2022. Cfr. CORDEIRO GUERRA, op. cit., 625.
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