Page 80 - IANUS Diritto e finanza - Rivista semestrale di studi giuridici - N. 29 - giugno 2024 - Il diritto alla sostenibilità: strumenti giuridici della transizione ecologica
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MARIANO ROBLES
L’operazione sembrerebbe esprimere nella prospettiva civilistica – riservando
qualche ulteriore osservazione in appresso –, una fattispecie ascrivibile al
«collegamento» funzionale fra molteplici rapporti giuridici contrattuali (di
scambio e associativi), connotati dall’unicità del requisito causale, consistente
nell’ottimale allocazione dei rischi di gestione dell’impianto progettato in ragione
della sua «bancabilità», ossia dell’attitudine ad attrarre capitali nel medio/lungo
periodo di durata dell’operazione . In tale ottica, l’amministrazione procedente
21
dovrebbe “traslare” sul soggetto privato i rischi che quest’ultimo, per competenze
tecniche e/o esperienze in precedenza maturate, sia in grado di «minimizzare»
(mitigation risk) circa la probabilità di accadimento e/o l’impatto economico
negativo ad essi riconducibili .
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Orbene, un ambito nel quale è chiaramente rappresentata la stringente
“connessione” tra policy ambientale e rapporti interprivati è indubbiamente quello
bancario, in relazione al rischio ambientale nella raccolta e gestione del risparmio,
sotto forma di sostegno al credito per operazioni di tal genere. In questo scenario,
il ruolo delle banche appare particolarmente ricco di potenzialità «sociali» ,
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funzionali alla promozione di una cultura ambientalista sempre più capillare,
onde assicurare il successo di qualsiasi iniziativa (lato sensu “pubblica”) a
salvaguardia della compatibilità eco-sistemica.
SCIORTINO, Project financing: l’applicazione per il settore costruzioni, in Gazz. val. comm. intern., n. 23,
1989, p. 1357 ss., nonché G. OTTAVIANO, Il modello “BOT” nel project financing, in diritto.it, agosto
1999. Un esempio di project finance realizzato secondo il modello BOT è fornito da S. MARSHALL,
Project Finance in Vietnam, in Int. Comp. Common L. Rev., 1995, p. 310. Per una rassegna dei diversi
«modelli» utilizzati a livello internazionale in operazioni di project finance, cfr. R. MORZENTI
PELLEGRINI, Immodificabilità soggettiva e project financing, in M. ANDREIS (a cura di), La conclusione
inespressa del procedimento, I, Milano, 2006, p. 61, ed ivi nota 17; nonché F. MONTANI, Project
Financing. Inquadramenti contrattuali e profili applicativi, Napoli, 2009, p. 42 ss.
21 È questa la nozione genericamente adoperata dall’(allora) AVLP, Atto di regolazione 18 luglio
2000, n. 34. Per un primo commento, cfr. F. RUSSO, Le regole di Garri per «asseverare» i progetti presentati
dai promotori, in Edil. territorio, 28, 2000, pp. 100-101; v. anche Bozza di Determinazione ANAC, 8
gennaio 2015, Linee guida per l’affidamento delle concessioni di lavori pubblici e di servizi ai sensi
dell’[abrogato: N.d.A.] art. 153, d.lg. n. 163/06, spec. pp. 26-27. A riguardo, sottolinea M. ZACCHEO,
La società di progetto, in G. MORBIDELLI (a cura di), Finanza di progetto, in Quad. CESIFIN, n. 18,
Torino, 2004, p. 126, che: «se solo si rifletta sulle discussioni sorte intorno alla figura del
collegamento negoziale [...] è facile scorgere le ragioni che giustificano l’adozione dello schema
societario [i.e., di tipo «associativo»: N.d.A.] in luogo di quello contrattuale». V. peraltro le criticità
infra, § 10.
22 Il problema è, dunque, quello di determinare chi debba farsi carico del «segno di
contraddizione» venutosi a creare tra pattuizioni negoziali ed evolversi degli eventi (cosí, M.
BESSONE, Adempimento e rischio contrattuale, Milano, 1969, p. 150). Sulle varie tipologie di rischio ivi
presenti, cfr. G.F. CARTEI, Rischio operativo, equilibrio economico-finanziario e disciplina delle
sopravvenienze, in ID. e M. RICCHI, Finanza di Progetto e Partenariato Pubblico-Privato. Temi europei,
istituti nazionali e operatività, Napoli, 2015, pp. 23-48; ne sottolinea giustamente, anche in prospettiva
comparatistica, il (sotteso) principio ispirato all’art. 1367 c.c., V. MONTANI, Il Project Financing.
Inquadramento giuridico e logiche manutentive, Torino, 2018, p. 191 ss.
23 Ben individuate da M. HAIGH e J. HAZELTON, Financial Markets: a tool for social responsibility?,
in J. Bus. Ethics, 52 (2004), pp. 59-71.
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