Page 21 - Antonio Marinello - La rarefazione della sovranità tributaria dello stato nell’era dell'economia digitale e il progetto della Global Minimum Tax
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IANUS n. 27-2023 ISSN 1974-9805
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imprese multinazionali digitali .
Il che comporta una presa d’atto di quanto è ormai evidente da tempo: le
modalità attraverso cui operano le grandi imprese nell’economia globale e digitale
sono strutturalmente diverse rispetto a quanto avveniva nell’economia
tradizionale, nella quale i confini geografici e il radicamento territoriale delle
attività avevano ancora un senso. Posto che i redditi prodotti nel nuovo contesto
dei “non-luoghi” virtuali sono estremamente difficili da “mettere a terra”,
collegandoli con sicurezza ad un determinato territorio, la soluzione prospettata
si discosta del tutto da ogni pretesa di ancoraggio materiale, e rinuncia in partenza
a scomporre la catena di produzione del valore. Rispetto ai tentativi, sin qui
velleitari, di attribuire a ciascuna giurisdizione la quota di profitti effettivamente
prodotti in loco, si suggerisce pertanto la via alternativa di considerare come punto
di partenza l’intero valore prodotto a livello globale, per poi ripartirlo attraverso
criteri di tipo forfetario.
L’obiettivo del primo pilastro consiste dunque essenzialmente nell’andare oltre
il criterio tradizionale della stabile organizzazione, e ripartire la potestà
impositiva tra gli Stati assoggettando a tassazione in un determinato Paese gli utili
conseguiti dalle multinazionali che vi operano pur in difetto di una presenza
“fisica” nel territorio dello stesso. Contestualmente a questo tipo di intervento, si
prevede anche la rimozione di tutte le imposte sui servizi digitali e misure di
analogo tenore introdotte in via unilaterale da parte degli Stati (come la ISD
italiana) e l’impegno a non reintrodurre tali misure in futuro.
Quanto alle possibili ricadute, l’OCSE stima che in base a tale criterio oltre
125 miliardi di dollari di profitti saranno riallocabili presso le market jurisdictions
interessate, le quali potranno poi sottoporre la materia imponibile così recuperata
alle aliquote ordinariamente vigenti in ciascun Paese .
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L’ambito soggettivo di applicazione, tuttavia, lascia pensare ad un intervento
fortemente caratterizzato sotto il profilo “politico” e dotato di una rilevante
componente simbolica, con destinatari emblematici sul piano
dell’identificazione, ma per certi versi meno dirompente, in chiave sistematica,
rispetto al tipo di soluzione immaginata nel Pillar Two.
Questa seconda soluzione, lo dico subito, si presenta invero decisamente più
rivoluzionaria.
Il Pillar Two dovrebbe avere, innanzitutto, un campo di applicazione soggettivo
più esteso, in quanto coinvolge, come destinatari, i gruppi multinazionali con più
di 750 milioni di euro di ricavi annuali. Sempre di attori economici di enormi
dimensioni si tratta, come è evidente: ma rispetto ai colossi digitali presi in consegna
dal Pillar One, in questo secondo caso appare chiara la volontà di ampliare il
47 Cfr. PASSAGNOLI - BUFFONI, Le multinazionali digitali e il nuovo volto del diritto tributario
internazionale, 56.
48 Cfr. OECD/G20 Base Erosion and Profit Shifting Project, Two-Pillar Solution to Address the
Challenges Arising from the Digitalisation of the Economy, Parigi, 8 ottobre 2021, 14.
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