Page 17 - Antonio Marinello - La rarefazione della sovranità tributaria dello stato nell’era dell'economia digitale e il progetto della Global Minimum Tax
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IANUS n. 27-2023                       ISSN 1974-9805





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               globale .
                  La  scissione  tra  spazio  politico  e  spazio  economico  si  manifesta  dunque
               nell’ambito  dei  rapporti  internazionali  attraverso  l’abbandono  della  sovranità
               nazionale e viene rimarcata dalla fissazione di un ordine di libertà che riconosce
               la  capacità  di  autoregolazione  del  mercato  globalizzato.  La  crisi  del  concetto
               tradizionale di sovranità assoluta degli Stati porta così a rimettere il controllo delle
               risorse  economiche  dalla  classe  politica  alle  forze  che  dirigono  il  mercato
               unificato e si assiste così ad una sorta di inversione logica rispetto al tradizionale
               rapporto  tra  Stato  e  mercato:  gli  Stati  cominciano  a  diventare  funzionali  ai
               mercati, allontanandosi sempre più dalle ragioni sociali della sovranità.
                  Tutto  ciò  comporta  pertanto  un  “rovesciamento  del  rapporto  tra  potere
               economico e potere politico: il piano delle scelte e delle decisioni operate dagli
               Stati  è  spesso  subordinato  e  controllato  dalla  finanza  internazionale  e
               dall’economia sovrastatale. In questo modo, il controllo del mutamento sociale
               tende  a  sottrarsi  al  governo  politico-istituzionale  degli  Stati  per  rifluire
               naturalmente nei centri di potere che determinano, più o meno inconsapevolmente,
               le relazioni economiche che alternativamente si compongono e si sciolgono nel
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               mercato” .
                  Nello spazio aperto dell’economia digitale, vi è insomma non soltanto una
               erosione della sovranità tributaria dello Stato, ma un assorbimento di questa da
               parte  degli  attori  che  hanno  una  presenza  più  imponente  sul  mercato,  vere  e
               proprie  “repubbliche  digitali”  in  grado  di  dialogare  al  pari  degli  Stati  e  di
               contrattare  l’ammontare  dell’onere  impositivo  dovuto.  Di  fronte  a  questa
               eloquente  perdita  di  sovranità  fiscale,  i  singoli  Paesi  hanno  reagito  in  modo
               disordinato e scomposto, stretti nella morsa delle organizzazioni sovranazionali
               che  corrodono  il  loro  potere  normativo  e  di  fronte  alla  forza  crescente  delle
               imprese multinazionali che utilizzano la loro posizione dominante per atteggiarsi
               non quali semplici destinatari delle regole, ma quali soggetti che rivendicano il
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               potere di ispirarne le logiche fondative .
                  I  poteri  forti  del  mercato,  si  osserva  allora,  agiscono  come  soggetti  che  si
               attribuiscono  autonomamente  specifiche  regole  di  condotta,  sulla  base  di  un
               sistema di valori in cui prevale la logica del più forte e del più efficiente a scapito
               del  più  debole  e  del  più  remissivo,  e  che  rimane  sostanzialmente  indifferente
               rispetto alle regole allocative della ricchezza e di riparto dei carichi impositivi
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               fondate sui principi di uguaglianza e di solidarietà .



                  35  Cfr. PITRUZZELLA, La concorrenza fiscale nel processo di integrazione europea, 40 ss.
                  36  Cfr. ampiamente BORIA, La concorrenza fiscale, 10 ss.
                  37  Così CORDEIRO GUERRA, Dal “brick and mortar” all’economia digitale e oltre, 19.
                  38  Sul punto, cfr. diffusamente GALLO, Il futuro non è un vicolo cieco, Palermo, 2019, 26, la cui
               riflessione si appunta sul progressivo indebolimento dello Stato rispetto alla possibilità di governare,
               controllare, indirizzare il mercato globale.

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