Page 18 - Antonio Marinello - La rarefazione della sovranità tributaria dello stato nell’era dell'economia digitale e il progetto della Global Minimum Tax
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ANTONIO MARINELLO
6. L’emersione, a livello internazionale, di una tendenza oppositiva rispetto
alle pratiche di concorrenza fiscale tra Stati. Il ruolo dell’OCSE e la soft law
come strumento di politica fiscale internazionale
I primi segnali tangibili di una tendenza oppositiva rispetto alle pratiche di
concorrenza fiscale tra Stati sono rinvenibili nell’azione dell’OCSE, già a partire
dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso.
È infatti all’inizio del 1997 che il Comitato Affari Fiscali dell’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico lancia il primo progetto organico di
contenimento della concorrenza fiscale dannosa, costituendo un gruppo di lavoro
appositamente dedicato allo studio e all’approfondimento di tale tematica. Di qui in
poi gli studi e rapporti dedicati si susseguono a cadenze regolari. Un successivo
Rapporto è stato infatti pubblicato nel novembre 2001 , seguito da studi ulteriori,
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rilasciati nel 2004 e 2006, nei quali si introducono elementi di stimolo alla
collaborazione internazionale attraverso lo scambio di informazioni e il contrasto al
segreto bancario. Al di là delle specifiche misure suggerite, l’aspetto che preme
sottolineare è la convinzione che il contrasto alle pratiche fiscali dannose non possa
essere rimesso a scelte di politica tributaria assunte in modo unilaterale dai singoli Stati,
ma debba essere coordinato secondo un’azione comune a livello internazionale.
E ancora, nel febbraio 2011, viene pubblicato un Rapporto che esprime
l’esigenza di avviare una governance internazionale della fiscalità, idonea a
scoraggiare i fenomeni di aggressive tax planning delle multinazionali. In specie, si
mette in evidenza il bisogno di definire un modello comune di tassazione delle
imprese che favorisca un trattamento tributario delle attività economiche
transnazionali ispirato a regole condivise e diffuse, così da evitare che alcune
giurisdizioni fiscali possano risultare artificiosamente attrattive rispetto alla
localizzazione dei capitali e delle attività di impresa : questo documento può
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considerarsi a tutti gli effetti come il fondamento logico del “progetto BEPS”.
Al culmine di questo percorso, infatti, nel 2013 l’OCSE ha presentato un
ampio e dettagliato progetto, il cui obiettivo essenziale è quello di affrontare in
chiave sistematica tutte le problematiche suscettibili di generare fenomeni di base
erosion and profit shifting. In concreto, nel febbraio 2013, è stato predisposto un
documento denominato Addressing Base Erosion and Profit Shifting, (cosiddetto
rapporto BEPS) , seguito il 19 luglio dello stesso anno dalla pubblicazione
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dell’Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting , con il dichiarato intento di
instaurare un ciclo virtuoso di riflessioni e di iniziative da intraprendere in merito
39 Cfr. OECD, The OECD’s Project on Harmful Tax Practices: the 2001 Progress Report, Parigi, 2001,
a proposito del quale cfr. lo Studio della Fondazione Luca Pacioli, La lotta dell’OCSE alla concorrenza
fiscale dannosa dopo il rapporto del 2001: lo stato dell’arte e i possibili sviluppi, documento n. 4 del 28
gennaio 2002, 25 ss.
40 Cfr. BORIA, La concorrenza fiscale tra Stati: verso un nuovo ordine della fiscalità internazionale, 14.
41 Cfr. OECD, Addressing Base Erosion and Profit Shifting, Parigi, 12 febbraio 2013.
42 Cfr. OECD, Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting, Parigi, 19 luglio 2013.
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