Page 18 - Alessandro Pelizzon - La “personalità ambientale”: un nuovo principio di diritto per la giustizia climatica?
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ALESSANDRO PELIZZON





               termine  “persona’  fu  usato  come  una  metafora  trasposta  dal  linguaggio  teatrale  alla
               terminologia giuridica. La distinzione tra un romano e un  cives romano era che
               quest'ultimo  era  considerato  una  persona:  in  altre  parole,  era  una  “persona
               giuridica”, come se la legge gli avesse assegnato il ruolo che doveva svolgere sulla
               scena pubblica, una condizione che permettesse alla sua voce di “risuonare” sulla
               scena pubblica. Senza la sua persona ci sarebbe stato un individuo senza diritti e
               doveri,  forse  un  “uomo  naturale”  –  ossia  un  essere  umano  o  homo  nel  senso
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               originario del termine, politicamente irrilevante .
                  In  questo  senso,  come  sostiene  Jeanne  Gaecker,  la  personalità  giuridica,
               sebbene conferita ad ogni essere umano al momento della nascita in tutti i sistemi
               giuridici  occidentali,  è  una  finzione  giuridica  senza  la  quale  gli  esseri  umani
               sarebbero  solo  individui,  o  addirittura  “non-persone”  nel  senso  descritto  da
               Orwell, completamente inesistenti in termini legali e naturalmente senza nulla di
               paragonabile a una serie di diritti umani. Tali individui verrebbero trattati come
               oggetti, come è avvenuto per gli schiavi, le donne ed i bambini nell’antica Grecia
               e in epoca romana, e anche in tempi più recenti nella civiltà occidentale, e come
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               è ancora il caso per quanto riguarda gli animali . Il significato originale della
               personalità è quindi intrinsecamente legale, e solo successivamente, attraverso la
               definizione  di  persona  di  Boezio  come  rationalis  naturae  individua  substantia  e
               successivamente  l’affermazione  di  Tommaso  d’Aquino  che  vera  persona  est  rei
               rationabilis individua substantia, il concetto fu esteso fino a comprendere l’individuo
               sottostante nella sua totalità, come definito da Locke.
                  Inoltre, la codificazione del diritto romano voluta dall’imperatore Giustiniano
               nel VI secolo d.C., all’interno del Corpus Iuris Civilis, prevedeva la divisione
               tripartita dei libri di diritto privato in personae, res e actiones . Tale divisione, che
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                  49  “The distinction between a private individual in Rome and a Roman citizen was that the latter had a
               persona, a legal personality, as we would say; it was as though the law had affixed to him the part he was
               expected to play on the public scene, with the provision, however, that his own voice would be able to sound
               through. The point was that “it is not the natural Ego which enters a court of law. It is a right-and-duty-bearing
               person, created by the law, which appears before the law.” Without his persona, there would be an individual
               without rights and duties, perhaps a “natural man” – that is, a human being or homo in the original meaning
               of the word, indicating someone outside the range of the law and the body politic of the citizens, as for instance
               a slave – but certainly a politically irrelevant being”, ARENDT, On Revolution, New York: Penguin, 1976,
               106-7. In originale: «obviously has two functions: it had to hide, or rather to replace, the actor’s own face and
               countenance, but in a way that would make it possible for the voice to sound through. At any rate, it was in this
               twofold understanding of a mask through which a voice sounds that the word persona became a metaphor and was
               carried from the language of the theatre into legal terminology».
                  50   GAECKER,  “Sua  cuique  persona?”  A  Note  on  the  Fiction  of  Legal  Personhood  and  a  Reflection  on
               Interdisciplinary Consequences, 288. In originale: «legal personhood, while bestowed on the human person at
               birth  in  the  Western  legal  systems  as  we  know  them,  is  itself  a  fiction  precisely  because it is a creation, i.e., a
               construction of law … we would “merely” be individuals, or even “unpersons” in the Orwellian sense, thought to
               have never existed in terms of the law and obviously without anything resembling a human right … such individuals
               would be treated as objects, as was the case with slaves, women, and children in ancient Greece  and Rome and
               even in less ancient times in Western civilization, and as still is the case with animals».
                  51  La divisione è spesso attribuita al giurista romano Gaio, nel II secolo d.C..

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