Page 5 - Carlo Valenti - I confini spazio-temporali del lavoro alla prova della digitalizzazione: potenzialità e rischi del modello “anytime, anywhere, any device” - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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IANUS - Quaderni 2023 ISSN 1974-9805
prestazione di lavoro al di fuori del consueto ambiente dell’impresa e dei normali
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parametri orari e agevolando il suddetto processo di dematerializzazione .
In tale prospettiva, le potenzialità derivanti dal progresso tecnologico hanno
generato una crescente attenzione verso le modalità di lavoro innovative,
ovvero finalizzate a rendere i consueti passaggi produttivi maggiormente snelli
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e dinamici grazie alle semplificazioni in termini di tempi e costi . Tra queste
rientra in primis l’istituto del lavoro agile (c.d. smart working), introdotto dall’art.
18, c. 1, della l. n. 81/2017 quale «modalità di esecuzione del rapporto di lavoro
subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di
organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di
luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo
svolgimento dell’attività lavorativa», che ha conosciuto un’ampia diffusione
durante l’emergenza pandemica da Covid-19.
Tale modello organizzativo del lavoro, infatti, si contraddistingue per un
coordinamento tra dipendenti e impresa alternativo a quello della
subordinazione, soprattutto per quanto riguarda l’assenza di «vincoli e confini
spazio-temporali predeterminati per l’esercizio dell’attività lavorativa» . Del
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resto, lo smart working si caratterizza per una valutazione della performance del
lavoratore effettuata non più sulla base della quantità di lavoro svolto in un dato
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periodo di tempo , bensì sulla base dei risultati conseguiti – per i quali il
lavoratore viene responsabilizzato (o meglio, ritenuto direttamente responsabile)
– e da conseguire.
A tal riguardo, è possibile osservare come la flessibilità associata a tali
modalità di lavoro ne abbia favorito una diffusione sempre maggiore: la crisi
pandemica, infatti, nonostante il permanere dei timori in merito alle ricadute
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sulla performance dei lavoratori da remoto , ha chiaramente messo in evidenza
l’importanza di questi modelli organizzativi di lavoro flessibili sul piano spazio-
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temporale, nonché rafforzato il ricorso . In particolare, a causa dello stato di
necessità sopraggiunto, la pandemia ha dato seguito a un massiccio aumento
dei lavoratori agili, che sono passati da 570.000 nel 2019 a circa 6,58 milioni nel
2020 secondo le stime del 2021 ad opera dell’Osservatorio Smart Working del
Politecnico di Milano.
7 Cfr. LAZZARI, Lavoro senza luogo fisso, de-materializzazione degli spazi, salute e sicurezza, in Labour
Law Issues, 2023, 23-25.
8 Soprattutto grazie a strumenti digitali quali i software gestionali e i servizi cloud.
9 RINALDINI, Smart working e destrutturazione temporale: opzioni di studio, in Soc. it., 2017, 92.
10 A tal riguardo: FENOGLIO, Alla ricerca di un bilanciamento tra autonomia organizzativa del
lavoratore e poteri datoriali nel lavoro agile, in Labor, 2021, 34 ss.
11 Sul punto: POLLIANI - COLDESINA, Lo smart working in Italia tra rivoluzione culturale, normativa
emergenziale e un futuro ancora da scrivere, in Riv. it. inform. dir., 2022, 329 ss.
12 Si rimanda ai contributi contenuti in: BROLLO, DEL CONTE, MARTONE, SPINELLI,
TIRABOSCHI (a cura di), Lavoro agile e smart working nella società post-pandemica. Profili giuslavoristici
e relazioni industriali, Bergamo, 2022.
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