Page 8 - Giovanni Romano, Gianni Capobianco - Crediti professionali e procedure concorsuali. Riflessioni in tema di autonomia negoziale e regolazione della crisi d’impresa
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GIOVANNI ROMANO, GIANNI CAPOBIANCO
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prededuzione funzionale , alcuni autori, all’indomani delle riforme, ebbero a
preconizzare il rischio di un atteggiamento di deciso rigore dei giudici pure verso
l’ampio catalogo di esenzioni dalla revocatoria introdotto nel nuovo art. 67, c. 3,
l. fall. . D’altronde, non avevano tardato a manifestarsi, in seno alla letteratura
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d’estrazione giudiziaria, posizioni dichiaratamente sfavorevoli alla così realizzata
compressione, in uno con la dimidiazione del periodo sospetto, della par condicio
creditorum, la quale, in quanto «figlia dell’uguaglianza», ancora veniva reputata
espressione delle «regole generali dello stesso diritto naturale», e perciò elevata a
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«motivo visibile della presenza del giudice nel fallimento» .
Dinnanzi a questo quadro, una chiara voce in dottrina aveva intuito come,
concorrente pure il fatto di un impiego massivo di clausole generali ed espressioni
indeterminate da parte del legislatore , cruciale sarebbe risultata l’esigenza di ben
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intendere la ratio sostanziale delle innovazioni, che non era certo quella «di creare
un diritto singolare, a favore di soggetti più forti dal punto di vista economico»,
bensì «di sceverare le condotte ritenute utili al superamento della crisi» da quelle
invece perseguenti «obbiettivi puramente egoistici, in frontale contrasto con il
bene inteso interesse della massa dei creditori». Un processo, questo, in cui
l’interprete avrebbe dovuto sentirsi pienamente coinvolto «in modo da far
prevalere le ragioni dell’economia sugli esercizi di pura e semplice classificazione
astratta, ovviamente senza perdere di vista l’esigenza di reprimere le frodi» .
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Quanto al nostro tema specifico, si è osservato, in una prima fase, un lavorìo
degli interpreti per lo più concentrato sull’esegesi dei presupposti di operatività
della previsione di legge alla luce della complessiva riforma del sistema
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revocatorio concorsuale . In divenire di tempo, tuttavia, l’attività ermeneutica
sarebbe giunta a germinare svariati tentativi di lettura sistematica via via
intrecciatisi con – e variamente condizionati da – i divergenti indirizzi dalla
giurisprudenza nel frattempo elaborati proprio sul parallelo terreno della
10 E poi, per vero, pure a quella “occasionale”, anch’essa ricondotta, a fronte dell’indeterminato
tenore letterale dell’art. 111, c. 2, l. fall., sotto l’egida di un più stringente vaglio relazionale da parte
della giurisprudenza. Sul punto cfr. i riff. di cui infra, nt. 49.
11 Cfr. MENTI, La revoca dei pagamenti nell’esercizio dell’impresa alla prova della tesi antindennitaria
delle Sezioni Unite, in Fallimento, 2007, 503 ss.
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LIMITONE, Le sezioni unite tra vecchia e nuova revocatoria, in Dir. fall., 2007, II, 10 ss. (corsivo ns.).
Da ultimo, nel senso che la par condicio andrebbe oramai considerata soltanto come «una guida di
orientamento nella distribuzione delle risorse», avendo perso il ruolo centrale del passato, FABIANI,
Effetti dell’autonomia del diritto della crisi tra un breve catalogo dei principi e delle clausole generali e il nuovo
lessico del Codice, in Dirittodellacrisi.it, 5 ottobre 2023, 7.
13 Tema sul quale cfr., in corso di tempo, BERTACCHINI, Clausole generali e autonomia negoziale
nella crisi d’impresa, in Contr. impr., 2011, 687 ss.; BROGI, Clausole generali e diritto concorsuale, in
Fallimento, 2022, 877 ss.; MONTALENTI, Le nuove clausole generali nel Codice della crisi, in Giur. it., 2023,
1434 ss.
14 TERRANOVA, La nuova disciplina delle revocatorie fallimentari, ora in ID., Le procedure concorsuali,
Torino, 2019, 760. Sul quadro delle esenzioni dalla revocatoria per come riscritto dalle riforme, cfr.,
tra gli altri, GALLETTI, Le nuove esenzioni dalla revocatoria fallimentare, in Giur. comm., 2007, I, 163 ss.
15 Cfr. i due parr. ss.
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