Page 11 - Ugo Pagano - Privatizzazione della conoscenza e creazione d’intangibili
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IANUS n. 27-2023 ISSN 1974-9805
il fatto che il bene intangibile che consiste nel divieto globale di usare una certa
tecnologia non esiste autonomamente nella realtà come un terreno o un
macchinario. La sua esistenza dipende da complesse istituzioni giuridiche globali
che, quasi magicamente, trasformano dei monopoli intellettuali in dei beni
intangibili su cui è possibile esercitare dei diritti di proprietà erga omnes. Più di
ogni altro bene questi intangibili possono essere definiti come delle fictitious
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commodities create nell’interesse di alcune classi sociali. Infatti, immediatamente
dopo il crollo dell’Unione Sovietica, vi è stata una forte campagna di gruppi di
pressione dello IPC che ha spinto a uniformare la legislazione dei diversi paesi
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in materia di proprietà intellettuale.
La Convenzione di Parigi del 1883 per la protezione della proprietà
industriale e quella di Berna del 1886 per la proprietà delle opere letterarie e
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artistiche garantivano semplicemente che le leggi nazionali non discriminassero
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contro gli stranieri che fossero attivi nei mercati nazionali, ma ogni stato
nazionale poteva scegliere le leggi che voleva. Abbiamo, infatti, già visto che
l’Italia aveva addirittura un divieto per i brevetti sui farmaci fino al 1978. La
trasformazione definitiva dei monopoli nazionali in monopoli globali ridefiniti
come diritti di proprietà intellettuale avviene solo nel 1994 con gli accordi di
Marrakech del 1994 con cui viene fondato il WTO con le annesse regole dei
TRIPS . Queste regole trasformano le leggi che regolavano i monopoli nazionali
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in regole internazionali che tutelano i cosiddetti diritti di proprietà intellettuale la
cui violazione comporta delle sanzioni commerciali autorizzate dallo stesso
WTO. I privilegi monopolistici non diventano solo dei diritti di proprietà erga
omnes, ma sono anche ben più difficilmente modificabili dei diritti di proprietà sui
beni tangibili. Le autorità nazionali possono espropriare una casa per fare una
strada ma non possono fare lo stesso con un brevetto anche quando questo
ostacola fini come la salute pubblica o blocca molte strade innovative. Eppure,
una casa espropriata, di solito abbattuta, è per sempre persa per il proprietario,
mentre l’espropriazione d’un diritto di proprietà intellettuale significa
semplicemente che le relative conoscenze possono essere utilizzate da tutti,
naturalmente anche da colui da chi ne aveva il monopolio.
13 Il termine “fictitious commodity” è stato usato con riferimento a terra, lavoro e denaro da
POLANYI, The Great Transformation: The Political and Economic Origins of Our Time, Boston, 1944. Da
canto suo, PISTOR, Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza, Roma, 2021,
mostra come quello che lei definisce come il “codice del capitale” sia stato esteso anche alla
conoscenza.
14 L’IPC (Intellectual Property Committee) è stata una coalizione di corporation che ha fatto
pressione per il rafforzamento globale dei diritti di proprietà intellettuale. Per comprendere il suo
ruolo cfr. SELL, Private Power, Public Law. The Globalization of Intellectual Property Rights,
Cambridge, 2003.
15 Il testo della convenzione di Parigi è disponibile in www.wipo.int/edocs/pubdocs/it/wipo_pub_201.pdf.
16 Il testo della convenzione di Berna è disponibile in www.interlex.it/testi/convberna.htm.
17 Il testo dell’istituzione del WTO e degli annessi TRIPS è disponibile in http://www.wto.org/
english/docs_e/legal_e/04-wto.pdf.
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