Page 6 - Ugo Pagano - Privatizzazione della conoscenza e creazione d’intangibili
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UGO PAGANO
alla carbonara e il possesso della conoscenza da parte di altri non pregiudica il
nostro possesso della stessa conoscenza. È assente ogni conflitto relativo al
possesso una risorsa limitata. Sono i diritti di proprietà che, vietando ad altri il
possesso di un bene intangibile che sarebbe altrimenti liberamente disponibile,
creano un nuovo bene intangibile che consiste nel possesso esclusivo del bene. Se
detenessi il diritto esclusivo della tecnologia con cui si fa la pasta alla carbonara
gli altri sarebbero privati del possesso di questa tecnologia. Si sarebbe così creato
un nuovo bene intangibile che consiste nel mio diritto esclusivo di cucinare la
pasta alla carbonara. Questo nuovo bene intangibile avrebbe un valore di mercato
e rientrerebbe nel GNP di una nazione. La privatizzazione di intangibili e il
controllo della conoscenza creano valore per le imprese che li detengono mentre
limita le libertà e le opportunità economiche di molti altri. Non a caso esso ha
costituito sin dalle origini del capitalismo un terreno di scontro fra lavoratori e
proprietari delle imprese.
3. L’appropriazione conflittuale della conoscenza
L’avvento del capitalismo può essere identificato con la trasformazione della
terra e dei macchinari in capitale. Nel caso della terra, si rese necessario sostituire
il complesso sistema di diritti che caratterizzava il sistema feudale con diritti
assoluti esercitabili, su ogni appezzamento di terra, da proprietari ben definiti. La
terra fu suddivisa in una molteplicità di unità di diversa dimensione. Per i
macchinari il processo andò nella direzione opposta . La loro proprietà fu spesso
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attribuita a una singola persona giuridica, controllata da un numero variabile di
azionisti, che poteva così gestire gli impianti necessari ai processi produttivi anche
quando questi richiedevano l’uso congiunto di un notevole numero di macchine.
In entrambi i casi, gli Stati Nazionali riuscirono a portare a compimento anche
individualmente questa transizione. La conoscenza necessaria a svolgere i
processi produttivi, anch’essa fonte potenziale di rendimenti e quindi
trasformabile in capitale, poneva, invece, problemi ben più ardui. Per averne la
proprietà, o meglio il monopolio, occorreva escludere, infatti, dal suo uso i non-
proprietari che si trovassero fuori dai confini nazionali.
I datori di lavoro cercarono di concentrare quella conoscenza, che avrebbe
altrimenti dato potere contrattuale ai lavoratori, nel management dell’impresa
mediante la frammentazione del processo produttivo. Friederich TAYLOR fu il
più noto apostolo di questo metodo di organizzazione del processo produttivo.
Secondo Harry BRAVERMAN , l’approccio della “gestione scientifica”, avviato da
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TAYLOR all'inizio di questo secolo, ha avuto un impatto duraturo sullo sviluppo
4 LEIJONHUFVUD, Capitalism and the Factory System, in LANGLOIS (ed), Economic as a Process:
Essays in the New Institutional Economics, New York, 1986, 203 ss.
5 BRAVERMAN, Labor and Monopoly Capitalism. The Degradation of Work in the Twentieth Century,
II ed., New York, 1998.
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