Page 8 - Ugo Pagano - Privatizzazione della conoscenza e creazione d’intangibili
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UGO PAGANO
tribunali crearono una nuova tipologia di proprietà intellettuale che cancellava
le vecchie nozioni di indipendenza artigianale. Le recenti controversie sui non-
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compete agreements , che addirittura impediscono ai dipendenti di impiegarsi
nelle imprese rivali, costituiscono l’ultimo episodio di questa serie di conflitti.
I segreti industriali non permisero tuttavia di integrare la conoscenza nel
capitale privato delle imprese nello stesso modo in cui erano stati integrati la terra
e le macchine. Essi, infatti, non riuscivano a garantire l’appropriazione esclusiva
dei benefici economici dell’innovazione perché questi ultimi tendono a svanire
nel momento in cui la conoscenza tecnologicamente rilevante diviene
pubblicamente accessibile. Inoltre, la legislazione degli Stati Nazionali non
permetteva di fare rispettare i segreti industriali al di fuori della loro giurisdizione
- un limite che caratterizzava anche l’attribuzione di diritti di monopolio con
validità limitati ai singoli stati nazionali.
Una completa integrazione della conoscenza nel capitale è avvenuta molto più
di recente, quando, grazie al WTO e agli accordi TRIPS del 1994, i monopoli
intellettuali hanno acquisito un’adeguata protezione con valenza globale, in virtù
delle sanzioni garantite da un organismo internazionale. Da quel momento,
grazie a un ordinamento economico globale che costituisce la quintessenza del
neoliberalismo, i monopoli intellettuali, alla pari dei diritti sulla terra e sui
macchinari, sono diventati diritti erga omnes. Anche il modo di riferirsi ad essi ha
risentito di questo nuovo status: i monopoli sono infatti diventati diritti di
proprietà intellettuale con una terminologia che riecheggia i diritti di proprietà
definiti su terra e capitale. Ma per comprendere come si sia arrivati sia alla
coniazione di questo nuovo termine sia alle istituzioni che lo sostengono bisogna
partire da un periodo precedente in cui non vi erano ancora diritti di proprietà
intellettuali globali ma semplicemente monopoli nazionali.
4. Dai monopoli nazionali ai diritti di proprietà intellettuale
In passato i brevetti erano visti come dei diritti di monopolio e stava alle
autorità dei singoli Stati bilanciarne i vantaggi e gli svantaggi. Si pensi che in Italia
i brevetti sui farmaci erano proibiti e fu la Corte costituzionale con la sentenza del
9 marzo 1978, n. 20, a segnare il cambio di orientamento, dichiarando
l’incostituzionalità di questa norma e quindi aprendo la strada alla creazione del
brevetto in campo farmaceutico nel nostro paese. La Corte accolse l’osservazione
che il divieto «intralcerebbe la ricerca scientifica e tecnica nel campo dei
7 Cfr. CHOTINER, What a Ban on Non-compete Agreements Could Mean for American Workers.
Companies often prevent employees from joining rivals. The Biden Administration wants that to end, in The
New Yorker, January 10, 2023.
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