Page 10 - Francesco Denozza - I beni intangibili e i problemi della mercificazione
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FRANCESCO DENOZZA
necessarie per garantire il proprietario contro altrui interferenze nel godimento e
nella disponibilità del bene in questione, e identificare così i diritti e i doveri che
devono essere attribuiti ai vari soggetti. Il nucleo centrale di questo insieme di
diritti e doveri risulta facilmente identificabile ove si mantenga come punto di
partenza l’indicata funzione di garantire il proprietario contro interferenze di terzi
che possano diminuire l’utilità del godimento del bene.
Ovviamente non si tratta di determinismi assoluti e precisi. Nulla di
sorprendente quindi nel fatto che ogni ipotetico legislatore ben possa decidere di
spingere questo nucleo primario di diritti e obblighi nella direzione di una maggiore
tutela del proprietario (ad es., vietando non solo gli atti che effettivamente turbano
il godimento, ma anche quelli che sono idonei a creare soltanto un pericolo) oppure
nella direzione di una maggiore soddisfazione degli interessi dei non proprietari (ad
es., moltiplicando le eccezioni in cui è consentito di interferire con il godimento del
proprietario). In ogni caso, ripeto, l’esigenza di prevenire altrui interferenze nella
possibilità per il proprietario di godere, e di disporre, del bene, fornisce un sicuro
orientamento per qualsiasi disciplina della proprietà privata.
Con riferimento ad un bene come la conoscenza, e lo stesso vale per molti altri
beni intangibili, la situazione è radicalmente diversa ed è resa molto più
complessa dal fatto che il valore di una conoscenza dipende, in una società
capitalistica, non solo, e non tanto, dal fatto di poterla usare senza interferenze,
ma dalla natura e dalla entità dei divieti e dei vincoli che il “proprietario” può
imporre all’uso da parte di terzi.
La possibilità assicurata al “proprietario” di usare e disporre senza interferenze
della “sua” conoscenza rappresenta un bene economico che spesso può non essere
gran che significativo. Il bene economico realmente significativo è in genere
costituito, invece, dalla possibilità di impedire ad altri o di entrare in possesso
della conoscenza in questione o, comunque, di utilizzarla anche quando
l’avessero legittimamente acquisita.
È allora ovvio che viene in questa prospettiva a mancare il punto di riferimento
che nel caso dei beni tangibili è rappresentato dalla garanzia del godimento del
bene da parte del titolare. Dato che il punto essenziale non è ciò che si deve
consentire al titolare, ma ciò che si deve impedire ai terzi, l’insieme delle scelte
possibili diventa amplissimo e privo di un qualsiasi baricentro. Si possono
immaginare una infinità di regimi diversi sia per quanto attiene all’oggetto del
divieto (è interdetto solo l’uso di conoscenze identiche a quelle oggetto del diritto
che si intende proteggere, o anche conoscenze in qualche modo e in qualche
misura variamente simili?), alle finalità dell’uso (privato, sperimentale,
commerciale, ecc.), alle modalità di rimozione del divieto (solo il consenso del
titolare può rimuovere il divieto o esistono situazioni nelle quali è possibile
imporre licenze obbligatorie, fino al caso estremo del c.d. dominio pubblico
pagante?), alle modalità di protezione (risarcimenti, inibitorie, estensione dei
diritti sui beni tangibili prodotti con l’utilizzazione abusiva della conoscenza,
ecc.), ai poteri del titolare di limitare la libertà d’azione di colui che ha comprato
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