Page 128 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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KLAUS BOSSELMAN
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ed economisti . La governance dell’amministrazione fiduciaria è sostenuta anche
dalla ricca letteratura sui beni comuni . Il movimento “Reclaiming the
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Commons” ha sicuramente trovato ulteriore forza negli ultimi tempi.
Il diritto internazionale e le Nazioni Unite non solo hanno bisogno, ma sono
anche in grado di sviluppare istituzioni di governance fiduciaria. Esiste, per
esempio, anche una tradizione di istituzioni delle Nazioni Unite con un mandato
di amministrazione fiduciaria, tra cui il (non più esistente) Consiglio di
amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite, l’Organizzazione mondiale della
sanità (OMS) per quanto riguarda la salute pubblica e anche l’Organizzazione
mondiale del commercio (OMC) per quanto riguarda il libero scambio . Esistono
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anche numerose altre istituzioni delle Nazioni Unite o legate alle Nazioni Unite
con funzioni di amministrazione fiduciaria meno significative. Ovviamente, gli
stati sono in grado di creare istituzioni di amministrazione fiduciaria
internazionale, sia espressamente che implicitamente. Gli esempi summenzionati
dimostrano che la sovranità degli Stati può essere trasferita a livello internazionale
(come dimostra anche l’Unione Europea).
Le motivazioni di fondo non sono tanto di natura morale, ma sono piuttosto
guidate da interessi politici. Nella maggior parte dei casi, gli interessi politici sono
miopi ed egoistici, ma possono cambiare così come può cambiare la morale per
includere una forma di responsabilità a favore di tutti (diritti umani) e per l’intero
pianeta (sostenibilità). È importante notare che gli agenti del cambiamento
morale sono i cittadini e le istituzioni sociali, non lo Stato in sé. Al momento, gli
stati seguono la morale obsoleta degli interessi nazionali rispetto agli interessi
globali. Cosa serve affinché gli stati accettino le responsabilità di amministrazione
fiduciaria per i beni comuni globali?
Non possiamo aspettarci che la governance fiduciaria venga avviata
“dall’alto”, cioè dalle Nazioni Unite e dagli Stati firmatari, ma piuttosto da forze
esterne al sistema, in particolare dalla società civile globale. A tal fine, possiamo
basarci su molti anni di attivismo e proposte di cambiamento istituzionale. Né
dobbiamo immaginare che gli Stati siano gli unici responsabili della gestione e del
controllo di istituzioni fiduciarie globali come l’Organizzazione mondiale per
l’ambiente o il “Global Atmospheric Trust”. Piuttosto, la governance nella forma di
amministrazione fiduciaria dovrebbe essere vista come uno sforzo congiunto delle
Nazioni Unite, degli Stati e delle organizzazioni della società civile, ciascuno con
pari voce in capitolo nel processo decisionale.
WPS-3-13-ISSN.pdf (ultimo accesso 26 gennaio 2022).
15 BARNES, Capitalism 2.0: Who owns the sky? Our common assets and the future of capitalism, 2001,
Washington, DC: Island Press o COSTANZA, Claim the sky! Solutions, op. cit.
16 BOLLIER, ink like a commoner: A short introduction to the life of the commons, Gabriola Island: New
Society Publishing, 2014; HELFRICH- HAAS, e commons: A new narrative for our time. Berlin: Heinrich
Böll Stiftung, 2009
17 BOSSELMANN, Earth governance: Trusteeship of the global commons. Cheltenham: Edward Elgar,
2015, 198-232
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