Page 27 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
non gradite agli Stati. Per questo chiesero alla comunità globale di “ricordare la
propria umanità e dimenticare il resto” quando si stavano consolidando i due
blocchi politici delle potenze nucleari .
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Il documento che contiene gli SDG garantisce anche che gli Stati “attueranno”
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l’Agenda 2030 . Tuttavia, essi non hanno riconosciuto carattere vincolante né
all’Agenda né agli SDG al contrario di quanto accade quando assumono obblighi
nel settore del commercio e dell’economia. Si può solo supporre che non
l’abbiano resa vincolante perché gli Stati che possono controllare i negoziati
internazionali e avere diritto di veto non erano interessati a farlo. Ecco un
ulteriore elemento che conduce alla crisi della governance globale.
Lo stesso linguaggio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è inadeguato: si
evita di usare parole forti e di empowerment, le emozioni e le passioni che
ispirano e costruiscono la solidarietà. In effetti, è l’emozione che guida i
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movimenti e le norme di fronte all’ingiustizia . Povertà, fame, sete,
inquinamento, depravazione, violenza, esclusione - tutto ciò che gli SDG sperano
di affrontare - è un tentativo di correggere e superare l’ingiustizia e i sistemi
ingiusti. Invece di parole di potere, verità e onestà, il documento utilizza un
linguaggio che evidenzia e perpetra la disconnessione tra il mondo amorfo della
governance globale e le persone reali che subiscono i danni. Anche la parola
“sostenibilità” è un termine politico che non suscita forti emozioni. Dopotutto,
cosa significa sostenere? Sarebbe auspicabile che i leader mondiali proclamassero
coraggiosamente che il razzismo nuoce, il sessismo nuoce, il patriarcato e la
misoginia nuocciono, il nazionalismo bianco nuoce, gli estremisti religiosi
nuocciono, l’odio nuoce, la vendita di armi nuoce, la ricchezza nuoce, il
capitalismo nuoce, la crescita nuoce, lo sviluppo nuoce. Un simile linguaggio
sarebbe più comprensibile e motivante per la popolazione comune che deve essere
guidata verso uno sviluppo sostenibile e una società giusta.
In conclusione, gli SDG non sono all’altezza dei loro nobili obiettivi poiché
non riescono ad affrontare le persone, i principi ed i sistemi nocivi che hanno
causato le crisi che tali obiettivi dovrebbero risolvere. Al contrario, offrono ancora
un altro esempio del fallimento dei leader mondiali nell’impegno verso un dialogo
serio e critico necessario per la sostenibilità: un dialogo sulle interazioni e non
sulla concorrenza, un dialogo sui limiti e non sul potere sovrano. Non esiste un
discorso serio sulla responsabilità poiché i molti governi sanno che sarebbero
ritenuti responsabili. Mancano soluzioni di riconciliazione e riparazione dei
danni perché molti Stati sanno che dovrebbero essere loro a riparare tali danni.
Quindi, non è possibile avere una dichiarazione di principi che promuova i
36 The Russell- Einstein Manifesto, 1955, in www.un.org/en/about-us/un-charter.
37 UN General Assembly Resolution, Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development.
Res. A/70/1 https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N15/291/89/PDF/
N1529189.pdf?OpenElement (ultimo accesso 3 dicembre).
38 NUSSBAUM, Political Emotions: Why Love Matters for Justice. Cambridge, MA, in The Belknap
Press of Harvard University Press, 2013.
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