Page 25 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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IANUS n. 28-2023                       ISSN 1974-9805





               meramente economico- sia l’approccio necessario per eliminare la povertà, al fine
               di dare piena attuazione all’Obiettivo numero 1. Appare significativo il fatto che
               tale riflessione sia applicata proprio all’Obiettivo numero 1 che è sicuramente il
               più  importante  degli  SDG.  Se  l’approccio  degli  SDG  all’eliminazione  della
               povertà non solo è inefficace, ma causa altresì il danno a cui si propone di porre
               fine, c’è da chiedersi quali possano essere le conseguenze dell’applicazione degli
               altri  SDG.  Lo  sviluppo  è  uno  strumento  altrettanto  inefficace,  o  addirittura
               dannoso, per porre fine alla violenza nei confronti delle donne o all’insicurezza
               alimentare? E la giustizia può rappresentare un approccio più appropriato per il
               raggiungimento di tutti gli obiettivi degli SDG? Forse è giunto il momento che gli
               SDG si evolvano in semplici “obiettivi di sostenibilità” attraverso un quadro di
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               giustizia,  intesa  come  un  sistema  giuridico-politico  giusto .  Dopotutto,  è
               l’ingiustizia  che  crea  disuguaglianza,  che  crea  divisione  e  che  crea  danno.
               L’ingiustizia è il risultato delle decisioni, delle azioni e dell’inerzia dei leader del
               nostro pianeta.
                  Come abbiamo osservato, la conclusione di Alston evidenzia il punto cruciale
               che la povertà è una scelta politica. Questa valutazione è supportata da altri autori
               che ritengono che la sfida principale degli SDG sia, per i decision-makers, adottare
               decisioni  migliori .  Le  crisi  globali  sono  il  risultato  di  innumerevoli  azioni  e
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               inattività a cui viene data o negata priorità dai leader politici, che sono negoziate
               e modificate dai leader politici e che sono adottate, attuate o ignorate dai leader
               politici. Eppure, sono gli stessi leader politici che hanno creato e che dovrebbero
               dare attuazione agli SDG. È chiara quindi la contraddizione che conduce ad una
               crisi di governance.
                  Abbiamo  già  menzionato  le  diverse  cause  delle  crisi  di  governance,  che
               rappresentano  minacce  alla  pace  e  alla  democrazia  -  vale  a  dire,  l’ascesa  del
               protezionismo divisivo, del nazionalismo e dell’autoritarismo, il potere iniquo e
               il razzismo strutturale, il sessismo e la xenofobia persistenti. Sebbene quelle stesse
               cause profonde causino ostacoli insormontabili per chi si sforza di raggiungere la
               sostenibilità  globale,  esse  non  sono  individuate  dagli  SDG.  Come  è  possibile
               modificare  il  comportamento  scorretto  se  non  viene  identificato?  Come  si
               possono  regolare  e  modificare  i  sistemi  non  conformi  all’obiettivo  della
               sostenibilità se non vengono individuati? È possibile trovare una soluzione senza
               identificare chi o che cosa sia responsabile dei danni?
                  Alcune cause che impediscono il raggiungimento della sostenibilità possono
               essere individuate attraverso un’interpretazione testuale degli SDG. Ad esempio,
               l’Obiettivo  5  che  promuove  l’equità  fra  i  sessi,  mirando  a  garantire  una
               partecipazione piena ed efficace delle donne e ad affrontare la mortalità materna,
               porta a chiedersi chi o cosa stia bloccando o ostacolando l’ascesa femminile o

                  30   GILL,  Just  sustainabilities  and  sustainable  development  goals  in  the  time  of  COVID-  19,  in  Law,
               Environment and Development Journal 16(2): 2020, 155– 177.
                  31  DERNBACH-CHEEVER, Sustainable development and its discontents, in Transnational Environmental
               Law, 4(2), 2015, 247– 288.

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