Page 16 - Carlo Valenti - I confini spazio-temporali del lavoro alla prova della digitalizzazione: potenzialità e rischi del modello “anytime, anywhere, any device” - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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CARLO VALENTI
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trasformazione dei luoghi di lavoro tradizionali , sia sulla fusione tra strumenti e
luoghi di lavoro nel caso della connotazione virtuale.
A tal proposito, qualificare la natura della realtà virtuale non appare compito
semplice, essendo tale dimensione osservabile da diverse prospettive : prendendo
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ad esempio il caso del metaverso, questo può in teoria assumere le vesti tanto di
"strumento" necessario allo svolgimento di alcune funzioni associate alla
prestazione lavorativa, quanto di spazio alternativo a quello fisico in cui viene
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svolta l'attività di lavoro . Occorre quindi distinguere lo scenario in cui lavoro
avvenga con o nel metaverso, vale a dire se questo si configuri come un ulteriore
strumento di lavoro o come luogo, marginale, principale o esclusivo, di lavoro.
In tal senso, a prescindere dalla connotazione attribuibile al metaverso, è
possibile presupporre che l'impresa che farà utilizzo della realtà virtuale per le
proprie attività imprenditoriali vedrà in ogni caso un notevole aumento degli
oneri connessi alle misure per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. In
particolare, oltre alla regolamentazione per un corretto utilizzo delle
apparecchiature per la realtà aumentata volto a evitare sconfinamenti nella privacy
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dei lavoratori , devono indubbiamente essere considerati gli interventi di
prevenzione nei confronti delle c.d. tecno-patologie, tra le quali si può riscontrare
il rischio di un aumento dell’affaticamento della vista, del disorientamento e della
nausea (virtual reality sickness) .
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Ciò che tuttavia genera ad oggi maggiori perplessità è la sua connotazione
spaziale, non essendo immediatamente intuibile se si tratti di un ambiente di
lavoro ibrido – ovvero basato sull’interazione e sulla commistione tra realtà fisica
e virtuale – o integralmente virtuale e immersivo . Pertanto, ai fini di una corretta
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predisposizione delle tutele, sarebbe innanzitutto necessario verificare caso per
caso in che modo viene svolta la prestazione nel metaverso, se occasionalmente
o integralmente, e fino a che punto contribuisce ad influire sulla figura del
lavoratore.
In tale prospettiva, immaginando il metaverso come spazio alternativo in cui
viene svolta saltuariamente, in parte o del tutto, l'attività lavorativa, viene da
ritenere che tale circostanza non sia troppo dissimile dal concetto di modalità
occasionale che contraddistingue lo smart working. Ne deriverebbe dunque un
69 Soprattutto per quanto riguarda il caso delle attività basate sull’erogazione di servizi.
70 In tal senso: SIPKA, Potential challenges of working in a virtual space, in It. lab. law E-Jour., 2023,
56.
71 In particolare, è possibile considerare l'utilizzo del visore per la realtà aumentata quale
strumento necessario a svolgere nel metaverso le proprie mansioni oppure come mezzo di accesso
al luogo di lavoro.
72 Sul tema: Y. HUANG - Y. LI - Z. CAI, Security and Privacy in Metaverse: A Comprehensive Survey,
in Big dat. min. analyt., 2023, 234-247.
73 Sul tema: H. K. KIM - J. PARK - Y. CHOI - M. CHOE, Virtual reality sickness questionnaire (VRSQ):
Motion sickness measurement index in a virtual reality environment, in App. ergon., 2018, 66-73.
74 Sulle differenti concezioni del metaverso, si veda in tal senso: DONINI – NOVELLA, Il metaverso
come luogo di lavoro. Configurazione e questioni regolative, in Labour Law Issues, 2022, 13.
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